Si tratta della diciottesima donna condannata a morte quest’anno. Aveva ucciso il marito violento con cui era stata costretta a sposarsi
Aveva solo quindici anni quando è stata costretta a sposarsi con l’uomo che è poi diventato suo marito. Ma si trattava di un uomo violento che non la lasciava più vivere.
Samira, questo il nome della donna, non ce la faceva più e nel 2014, dopo anni di continue violenze, ha ucciso suo marito. Probabilmente sapeva a cosa stava andando in contro, tanto che la donna è stata arrestata e, otto anni dopo, impiccata.
Costretta a sposarsi a 15 anni
La donna è stata giustiziata all’alba nonostante le pressioni delle associazioni internazionali che ne richiedevano la grazia. Samira Sabzian Fard, donna 30enne originaria di Khorramabad, la capitale della provincia di Lorestan, è stata giustiziata a Malard, una città non troppo lontana dalla capitale Teheran. Nel 2014 la donna aveva assassinato l’uomo che aveva dovuto sposare obbligatoriamente a soli 15 anni. Per anni però l’aveva picchiata, seviziata e umiliata. La donna, probabilmente stufa di essere soggetta alle violenze del marito, ha deciso di farsi giustizia da sola.
The Islamic Republic hanged #SamiraSabzian today with the whole world as witnesses. Samira was a victim of years of gender apartheid, child marriage, and domestic violence, and today she fell victim to the incompetent and corrupt regime’s killing machine. A regime that has… pic.twitter.com/QUrvIbJVJI
— Mahmood Amiry-Moghaddam (@iranhr) December 20, 2023
Così è stata giustiziata alle cinque del mattino, dopo la prigionia nel carcere di Qezel Hessar, a Keraj. Si tratta della diciottesima donna ammazzata nel 2023 in circa ottocento esecuzioni capitali. Un numero del genere non era stato mai raggiunto in Iran, ma che ha molto a che fare con l’ondata di proteste che ha interessato l’Iran quest’anno. A seguito delle numerose manifestazioni avvenute nella capitale, il governo iraniano ha aumentato le esecuzioni capitali, estendendole anche per i delitti comuni. Un metodo utilizzato dalle dittature per poter fare una maggiore pressione sulla popolazione.
Samira ha ucciso il marito che la maltrattava, con l’aiuto della sorella. Tuttavia, i giudici hanno stabilito che, nonostante le violenze messe in atto dall’uomo nei confronti di sua moglie, gli abusi domestici non rappresentano un’attenuante. La donna poteva essere salvata dalla sentenza di morte grazie ai parenti dell’uomo defunto, a seguito della richiesta di perdono. Tuttavia, hanno deciso di non farlo, anzi. I parenti del marito della donna hanno chiesto al giudice “una punizione esemplare” nei confronti della donna. cosa che, purtroppo, è avvenuta durante le prime ore dell’alba, con la donna che è stata impiccata dai suoi esecutori. La donna è stata inoltre tenuta in carcere per otto anni in una prigione di massima sicurezza di Evin e Qezel Hessar.