Ancora morti per il conflitto sulla striscia di Gaza, sono 100 i giovani soldati israeliani rimasti uccisi durante l’operazione per eliminare Hamas.
Il conflitto tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza ha raggiunto livelli sanguinosi senza precedenti. Infatti oltre 100 giovani soldati israeliani che hanno perso la vita finora nell’ambito dell’operazione Spade di Ferro iniziata il 7 ottobre 2023. Questa operazione, mirata a debellare il gruppo militante islamico Hamas, ha provocato una devastazione indiscriminata. Ha colpito sia i miliziani che i civili, trasformando la vita di migliaia di palestinesi in un incubo senza fine.
Il numero di vittime tra i soldati israeliani continua ad aumentare. Le perdite umane dell’esercito israeliano ammontano ora a oltre 101, senza contare le innumerevoli vittime civili causate dai bombardamenti indiscriminati. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite si è mobilitata in una sessione speciale di emergenza per discutere la recente risoluzione del Consiglio di Sicurezza, respinta dagli Stati Uniti, che chiedeva un immediato cessate il fuoco a Gaza.
Le decisioni del Consiglio di Sicurezza
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha sollecitato il Consiglio di Sicurezza a evitare una catastrofe umanitaria nella regione. La situazione umanitaria nella Striscia di Gaza è descritta come catastrofica. La maggior parte dei suoi 2,3 milioni di abitanti ha perso le proprie case. E sono costretti a vivere come sfollati in campi profughi improvvisati ai confini con l’Egitto. La mancanza di risorse di base, come legna da ardere, rende ancor più difficile la vita quotidiana per coloro che sono intrappolati nei combattimenti. Le condizioni di vita sono così disperate che le persone si affidano al mercato nero per ottenere anche solo le risorse più basilari.
Il conflitto ha avuto inizio il 7 ottobre quando Hamas ha lanciato un attacco a sorpresa contro Israele, causando la morte di 1.200 persone e prendendo 240 ostaggi. In risposta, Israele ha dichiarato la sua determinazione ad annientare Hamas. Tuttavia, il pesante tributo umano, con circa 18.000 palestinesi uccisi e 49.500 feriti secondo le autorità sanitarie di Gaza, solleva interrogativi sulla proporzionalità delle azioni intraprese da Israele. Il timore di un’espansione del conflitto nel Medio Oriente è palpabile, con schermaglie di confine in corso tra Israele e Hezbollah, i militanti islamisti libanesi sostenuti dall’Iran. In aggiunta, l’esercito siriano ha riferito di aver abbattuto missili israeliani diretti verso Damasco dalle alture delle Golan, occupate da Israele.
La comunità internazionale è chiamata a agire con urgenza per porre fine a questa spirale di violenza e sofferenza umana, cercando soluzioni diplomatiche che possano garantire una pace sostenibile nella regione.