Oltre cento ostaggi nella morsa terroristica, l’esercito israeliano ha rinvenuto un altro cadavere. Nessuna speranza per il giovane.
Nel mese di novembre Hamas ha rilasciato 105 prigionieri, trattenuti dai terroristi dallo scorso 7 ottobre. Dopodiché, in seguito all’interruzione della pausa umanitaria, entrambi i fronti hanno imbracciato nuovamente i mitra e condotto i rispettivi ostaggi nelle oscurità. Più di centotrenta israeliani si trovano nella morsa dei militanti nemici, senza possibilità di rincasare nella propria terra d’origine. I vertici hanno proposto a Netanyahu di rilasciare 6.000 palestinesi, in cambio di tutti i civili rapiti dai kibbutz e dal rave party. Tale offerta è stata rispedita al mittente.
Le famiglie scalpitano, in attesa che il governo compia il proprio dovere. Nel frattempo Netanyahu gioca a ping-pong con la Presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr), Mirjana Spoljaric Egger. I due si passano reciprocamente la palla in merito alla reale responsabilità sulla sicurezza ed incolumità degli ostaggi. “Ogni giorno che passa è un altro fallimento per la Croce Rossa” – le parole del leader israeliano, convinto della necessità di esercitare maggiori pressioni al nemico palestinese. “Non funzionerà” – sentenzia Egger – “maggiore sarebbe la pressione pubblica che noi eserciteremmo e più loro chiuderebbero la porta”. E mentre i due si concentrano sulla partita, l’esercito israeliano ha rinvenuto un altro cadavere.
Un altro cadavere
La 21enne Mia Schem è stata rilasciata nel mese di novembre durante la pausa umanitaria. Il suo migliore amico, il 28enne Elia Toledano, non ha goduto della medesima fortuna. Nelle ultime settimane il fratello, Daniel Toledano, aveva espresso pubblicamente la sua preoccupazione: “Quando mi viene chiesto di descrivere Elia, mi viene in mente una parola: il suo sorriso”. Il giovane israeliano era appassionato di musica ed era impegnato in una società specializzata in organizzazione di eventi, in particolare matrimoni e bar mitzvah.
“Era”, Elia Toledano non esiste più. Il suo corpo senza vita è stato rinvenuto dall’esercito israeliano, condotto nella terra d’origine e identificato dalle autorità mediche e rabbiniche. Le forze armate non hanno chiarito la causa del decesso e soprattutto la ragione per cui il suo cadavere è stato trovato da solo, desolato e coperto di polvere. Ha compiuto gli anni lo scorso 22 novembre. Ha “festeggiato” nel buio dei tunnel di Gaza. Per lui, come per molti altri, non vi è speranza. Di fronte alla notizia, le famiglie degli ostaggi sono insorte. La popolazione chiede l’immediata apertura dei negoziati.