I Carabinieri si sono dotati di un robot della Boston Dynamics, soprannominato Saetta, che li aiuterà nelle operazioni di sicurezza del Giubileo.
Saetta è entrato a far parte dell’arma dei carabinieri. Si tratta di un “cane” robot, prodotto dall’azienda americana Boston Dynamics. Sarà utilizzato per vari scopi nelle operazioni più delicate del Giubileo di Roma del 2025. Molte polizie del mondo si stanno dotando di droni di questo tipo, ma ci sono anche delle preoccupazioni riguardo la loro sicurezza e il loro utilizzo.
L’utilizzo dei droni è sempre più frequente da parte di molte aziende e istituzioni. I veicoli telecomandati forniscono la possibilità di non mettere in pericolo vite umane in diversi contesti. Il loro ruolo è stato fino a questo momento soprattutto militare in questo senso, ma anche le forze di polizia hanno iniziato ad impiegarne.
La rivoluzione dei droni si è inizialmente sentita nell’ambito della realizzazione di video. Le riprese dall’alto di quelli volanti hanno sostituito quelle molto più costose fatte dagli elicotteri. In breve tempo però molti droni, anche civili, sono stati utilizzati in teatri di guerra a scopo di ricognizione e di bombardamento. In Ucraina entrambe le parti in guerra utilizzano droni. Sia volanti che marini, sia per reperire informazioni tramite le riprese che per danneggiare truppe nemiche e infrastrutture.
Nel mondo intanto molte forze di polizia si sono dotate di droni. Nella maggior parte dei casi si tratta di quelli volanti, utili per la ricognizione e l’individuazione di sospettati. In altri casi invece si tratta di mezzi di terra, come quello acquistato dai Carabinieri italiani. In questi casi il loro ruolo può variare molto, assomigliando di più all’impiego che se ne fa in situazioni pericolose per l’uomo in altri ambienti.
Saetta, che sarebbe un modello Spot della Boston Dynamics, è un drone quadrupede attrezzato con un braccio meccanico. I Carabinieri se non sono dotati in vista dei controlli di sicurezza del Giubileo del 2025 a Roma. Potrà essere telecomandato con un semplice tablet a una distanza anche di 150 metri.
Come tutti i droni delle forze di polizia, non è armato, ma serve principalmente per missioni di ricognizione. Il fatto che si muova su quattro zampe con giunture opposte a quelle di un cane vero e proprio, più simili a quelle degli uccelli, gli permette di camminare su terreni che metterebbero in difficoltà droni di terra su ruote.
La funzione di Saetta però non è soltanto la ricognizione. Essendo un drone, potrebbe agire in situazioni pericolose per gli esseri umani. Ad esempio potrebbe essere impiegato in una zona contaminata da gas tossici. Oppure potrebbe essere utilizzato per maneggiare un sospetto ordigno. Proprio per questa ragione, ad esserne dotato saranno gli artificieri dei Carabinieri.
“Innovare vuol dire anche elevare gli standard di sicurezza per i militari impiegati nei contesti più rischiosi: l’Arma dei carabinieri accoglie il cane robot Saetta. Il futuro diventa presente” ha scritto l’Arma in un post sul social X.
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