Il primo Ministro è sempre più odiato in patria e i giornali non si risparmiano sul giudizio riguardo al suo operato
Quelli di Benjamin Netanyahu non sono solamente problemi relativi allo scontro con Hamas e al conflitto nella Striscia di Gaza.
In questo momento, infatti, il premier israeliano è criticatissimo sia all’estero che in patria. I media israeliani, infatti, non si risparmiano sul dare un giudizio estremamente negativo all’operato di Netanyahu. E ora il premier ha problemi a cui non può non fare attenzione.
Uno dei giornali più autorevoli e seguiti in Israele è sicuramente Haaretz, quotidiano di rilievo nazionale tra i più critici dell’operato del primo Ministro Benjamin Netanyahu. Il quotidiano di Tel Aviv accusa Netanyahu di voler sfuggire alle sue responsabilità rispetto a ciò che è successo il 7 ottobre 2023. Il primo Ministro è infatti accusato di voler nascondere le sue politiche perseguite prima degli eventi del 7 ottobre, dove miliziani di Hamas compirono una vera e propria strage di civili israeliani nei Kibbutz nel Sud di Israele.
A Netanyahu vengono quindi rinfacciati tutti i tentativi di compromesso mancati e rifiutati, così come l’obiettivo di separare gli israeliani dai palestinesi. Tuttavia, continua Haaretz, Netanyahu continua a vantarsi degli accordi di Abramo, così come un’auspicata normalizzazione con l’Arabia Saudita, nascondendo però gli accordi di Oslo. Anche la crescita economica in Israele, secondo il quotidiano, non sarebbe da attribuire alle politiche promosse dal primo Ministro. Parole dure con cui il giornale invita Netanyahu a vergognarsi e ad assumersi la responsabilità della strage avvenuta ad ottobre. “La morte di 1,200 israeliani e il rapimento di altri 240 – continua il giornale – è la prova definitiva che il conflitto israelo-palestinese non può essere cancellato dall’agenda. Così come il fatto che alimentare un’organizzazione terroristica e lasciarla crescere non è una strategia che alla fine paga”.
Il primo Ministro israeliano era al centro delle polemiche ben prima della strage avvenuta il 7 ottobre. In particolare le oceaniche proteste in piazza contro la riforma della giustizia e le politiche espansionistiche dei coloni, appoggiate dal governo, avevano già indebolito politicamente Netanyahu. La strage di due mesi e mezzo fa non fa altro che aumentare le polemiche nei confronti del più longevo primo Ministro israeliano, decretandone molto probabilmente la sua fine politica. Netanyahu ha dichiarato che, alla fine del conflitto, ognuno dovrà prendersi le sue responsabilità. Tuttavia, in Israele il giudizio politico nei suoi confronti sembra essere già stato emesso.
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