“Non ho cambiato numero di telefono” – le parole di Macron, la sua posizione sul conflitto russo-ucraino rimane la medesima.
Emmanuel Macron sentenzia: “Se Putin ha delle proposte sono pronto ad ascoltarlo”. Rimane acceso il dibattito sul conflitto russo-ucraino, il cui proseguimento comincia a indispettire i vertici internazionali. Una guerra che profuma già di sconfitta, ma che fatica ad esaurirsi a causa della determinazione dei leader coinvolti. Tanto Putin, quanto Zelensky rifiutano di cessare le ostilità e questo implica inevitabilmente il coinvolgimento dell’Unione Europea.
“Oggi in Ucraina, domani in Europa” – le parole di Paolo Gentiloni, profezia che attualmente non sembra toccare particolarmente la serenità delle principali potenze occidentali. E mentre si discute in merito all’adesione dell’Ucraina nell’inaccessibile Ue, qualcuno punta i piedi in merito ai fondi destinati alle tasche di Kiev. Il Presidente ungherese Orbàn si rifiuta di accettare di includere la nazione in conflitto nella revisione del bilancio, una presa di posizione che ha costretto al rinvio dell’approvazione ed un conseguente rallentamento in merito all’attuazione di un aiuto concreto nei confronti del possibile alleato. “Questo è molto grave” – ribadisce Gentiloni, commissario Ue – “è la difesa comune, sono le politiche industriali, è l’architettura internazionale da ridisegnare”.
Appello al leader russo
Il Premier francese contattò Vladimir Putin nella primavera inoltrata del 2022, percependo una relativa apertura al dialogo da parte del gigante russo. Nondimeno, l’atteggiamento apparentemente accogliente del leader, non si concretizzò mai. Diciassette mesi di conflitto ed il possibile prolungamento di oltre un anno, un fattore che produce un certo allarmismo nella comunità internazionale. Si discute quindi in merito ad una strategia efficace che possa convincere i Presidenti, se non a issare bandiera bianca, per lo meno a raggiungere un compromesso.
Macron lancia quindi un velato appello, sottolineando al contempo come le eventuali proposte debbano “esprimere la volontà di dialogare ed essere in linea con il rispetto del diritto internazionale”. Il leader francese non risparmia neanche Orbàn: “Penso che l’Ungheria sia rispettata all’interno di questo Consiglio” – incalza – “e il rispetto implica delle responsabilità”. Rifiutarsi di rispondere alla revisione del bilancio manifesta, secondo Macron, un atteggiamento poco in linea con i fondamenti e principi dell’Unione Europea. Zelensky si trova così sul ciglio della porta, in attesa che gli inquilini accettino di farlo entrare nella loro dolce e “pacifica” dimora.