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Esteri

Ucraina, così la popolazione scompare

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Paolo Zignani

Con il passare degli anni, l’Ucraina sta diventando sempre più piccola: perde territorio e popolazione dal ’91, secondo un trend che peggiora

L’Ucraina ha ottenuto l’indipendenza dall’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche nel 1991, due anni dopo la caduta del Muro di Berlino. Iniziava una fase storica carica di speranza per i 14 Stati che avevano riacquistato la sovranità, proprio mentre l’imperialismo globale degli Stati Uniti si sviluppava enormemente. Il Paese allora contava 52 milioni di abitanti, ponendosi come il più importante degli Stati post-sovietici, seconda, inoltre, al solo Kazakhistan per estensione geografica. Alla capitale Kiev facevano riferimento la Crimea, Sebastopoli e il Donbass.

Gli attacchi dei droni russi hanno causato seri danni alle abitazioni di Kiev – rationalinternational.net Ansafoto

L’analisi del trend demografico, poi, fondata sui dati macroscopici, congiunta poi con i gravi conflitti sorti con la Federazione russa, racconta una storia di declino. Le statistiche presentano uno sviluppo negative, a causa della guerra ma non solo. L’esperto di demografia Steve Morgan, collaboratore di Limes, sulla base dei dati trentennali raccolti dall’anno dell’indipendenza, ha elaborato una proiezione al 2050 che vede la popolazione dimezzarsi, dai 52 milioni di abitanti iniziali a soli 26 milioni.

Un Paese che non è mai riuscito a crescere

In altre parole, l’Ucraina è rimasta un desiderio, un progetto che non si è realizzato, e che, con grave sofferenza, si scontra con ostacoli storici enormi, davanti ai quali soccombe. Un desiderio che oltretutto perde sempre più forza. L’incidenza negativa della guerra è sì un fattore considerevole ma fra gli altri, comunque altrettanto ostili allo sviluppo del Paese e non minori. Alla vigilia dell’invasione delle truppe di Vladimir Putin, nel febbraio 2022, gli abitanti erano già scesi dai 52 milioni del ’91 a 41,5 milioni.

Finestre rotte e mobilio disastrato per le strade di Kiev dopo gli attacchi aerei – rationalinternational.net Ansafoto

La Russia si era ripresa nel frattempo la Crimea e Sebastopoli nel 2014, grazie al referendum popolare. La conseguenza è che Kiev ha perso 2,5 milioni di cittadini. Gli altri 7,5 milioni sono venuti meno per due motivi: in primo luogo l’emigrazione volontaria ha sottratto un milione di persone all’anagrafe, in secondo luogo il superamento delle morti sulle nascite ha tolto circa 7 milioni di abitanti.

Le guerre non sono l’unica causa di crisi

Non nascono bambini in quantità sufficiente a garantire la stabilità demografica, in linea con un fenomeno negativo che si era già consolidato a fine anni Novanta. Allora, mediamente una donna generava solo 1,1 bambini, dunque molto al di sotto del necessario per assicurare la stabilità della popolazione. Le statistiche per fasce d’età mostrano che le fasce meno popolose sono quelle sotto i vent’anni: gli anziani chiaramente superano i minori.

Vera Chernukha, 73 anni, è l’unica superstite del suo villaggio di Dementievka, presso Kharkiv – rationalinternational.net Ansafoto

Si aggiunge il fatto che bisogna sottrarre al dato dei 41,5 milioni di persone iscritte all’anagrafe a inizio 2022 i 4,5 milioni di cittadini delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk. Restano così solo 37,5 milioni di abitanti. La perdita dell’intero Donbass costa altri due milioni di abitanti in meno. Attualmente, se la guerra finisse oggi, i cittadini superstiti sarebbero solo 35 milioni.

Ci sono stati alcuni motivi per emigrare in tempo

Altre proiezioni, come quella a cura dell’Onu, sono più ottimistiche, ma meno credibili per lo stesso governo di Kiev. L’insistenza del presidente Zelensky per ottenere aiuti per la ricostruzione è finalizzata a recuperare, fra l’altro, oltre 4 milioni di lavoratori emigrati all’estero e non più tornati. La proiezione del Centro di ricerca congiunto dell’Unione europea (Jrc) mette la politica di fronte a una dura realtà: 30 milioni di abitanti entro il 2050, anche meno.

La polizia tedesca cerca di arginare l’immigrazione irregolare dall’Ucraina – rationalinternational.net Ansafoto

Tornerà attrattiva l’Ucraina? Commentatori non istituzionali affermano che l’estremismo politico è una delle cause della forte emigrazione degli ultimi anni, precedenti la guerra. Le elezioni sono state vinte da coalizioni nazionali o locali, come a Kiev, segnate dalla presenza condizionante dell’estrema destra. Si è così formata una classe dirigente palesemente bellicosa in chiave antirussa. E si sono verificate rivoluzioni e un colpo di Stato. I russofoni se ne vanno volentieri.

La classe dirigente non gode di grande popolarità

L’impegno bellico, inoltre, ha fatto registrare la fuga all’estero di molti cosiddetti “disertori”, che non si riconoscono affatto in una guerra contro un popolo per secoli fratello come quello russo. O che comunque, accantonando la politica, preferiscono vivere in pace, tanto più che l’esercito ucraino non è in grado di sfidare la Federazione russa, nemmeno con le armi messe a disposizione degli alleati occidentali. Lo dimostrano i successi degli attacchi aerei su Kiev e su Donetsk degli ultimi giorni.

Volodymyr Zelensky in Germania, Paese che ospita molti rifugiati ucraini – rationalinternational.net Ansafoto

Oltre ai “disertori” ci sono i rifugiati ucraini, costretti a riparare all’estero durante la guerra in corso. Chi tra loro ha potuto trovare un lavoro gratificante, avrà buone ragioni per tornare al Paese natìo, se perdura una conflittualità così esasperata? L’emigrazione continua anche in questi giorni, mettendo in difficoltà il sistema d’accoglienza di alcuni Paesi, come la Germania.

E non tutti i rifugiati all’estero vogliono tornare

Il Forum economico internazionale di Kiev del 12 ottobre questi argomenti sono emersi drammaticamente. Il governo ucraino spera che gli accordi tra Paesi consentano il rientro dei lavoratori più qualificati, perché partecipino a un programma di ricostruzione, rilancio e sviluppo economico. In Germania, Polonia, Cechia e Regno Unito, però, molti ex ucraini si sono già radicati, essendosi resi utili a colmare le lacune d’organico in molte aziende. Non solo. Il Centro ucraino per la strategia economica ha fatto notare, sempre al Forum del 12 ottobre, che più della metà dei bambini ucraini oggi vive all’estero, dove probabilmente è circondata da maggior benessere.

L’assistenza ai neonati è dovuta spesso al volontariato e alle donazioni private – rationalinternational.net Ansafoto

L’effetto demografico quindi potrà essere disastroso, perché potrà prodursi un vortice negativo, che lascia in patria soltanto i cittadini più anziani, facendo proseguire il calo delle nascite. E contemporaneamente, l’aspettativa di vita si sta abbassando. L’Ucraina, se non interverranno efficaci provvedimenti, è avviata a scomparire.

 

 

 

 

 

Paolo Zignani

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