Gaza: un conflitto dalle radici profonde – esaminiamo insieme la complessità di una guerra destinata a prolungarsi nel tempo
Il territorio di Gaza è stato teatro di un conflitto di lunga data, un’arena di tensioni e scontri che risalgono a decenni di storia complessa e controversa. L’attuale escalation di violenze ha innescato un confronto che, purtroppo, sembra destinato a protrarsi nel futuro prossimo, mettendo in luce le profonde e complesse radici di un conflitto intricato.
Esaminare e comprendere la situazione in Gaza richiede uno sguardo attento alle molteplici variabili, dalle dinamiche politiche alle questioni socio-economiche e culturali, offrendo così una prospettiva più ampia e approfondita su una guerra che si preannuncia lunga e difficile.
La guerra in Israele: una vittoria lontana
A parole, l’esercito israeliano celebra una vittoria certa nella guerra in corso contro Hamas. Tuttavia, la realtà è ben diversa. La situazione sul campo è ancora incerta e il fattore tempo sarà decisivo. A oltre 40 giorni dall’inizio dell’operazione di terra, Tsahal non ha ancora il pieno controllo della Striscia di Gaza. Nel nord, si combatte ancora per il controllo del campo profughi di Jabaliya e del quartiere di Shejaiya. Nel centro, le operazioni non sono ancora iniziate. A sud, le forze israeliane hanno eliminato alcuni comandanti di Hamas, ma devono ancora acquisire il controllo dei centri di comando nemici.
In questo contesto, anche le effettive perdite di Hamas non sono chiare. Israele rivendica l’uccisione di 7.000 militanti, ma si tratta di stime difficilmente verificabili. I generali israeliani ritengono che l’attuale fase di intensi combattimenti si prolungherà almeno fino alla fine di gennaio. Ma per arrivare al controllo di oltre il 90% della Striscia e all’eliminazione dei vertici di Hamas, sarà necessaria un’ulteriore fase che potrà richiedere dai tre ai nove mesi.
Il prolungarsi delle operazioni fino a oltre metà del 2024 rischia di mettere in difficoltà non solo il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, ma anche quei paesi arabi e quell’Autorità Palestinese chiamati, eventualmente, a subentrare ad Hamas nell’amministrazione della Striscia. Non è da escludere il rischio che la tanto preannunciata vittoria si trasformi in una guerra infinita.
La guerra in Israele è ancora in corso e la vittoria di Israele è ancora lontana. Il prolungarsi dei combattimenti potrebbe avere conseguenze negative per la regione, in particolare per il processo di pace tra israeliani e palestinesi. È importante che le parti in conflitto trovino un modo per porre fine alla guerra e avviare un processo di dialogo che possa portare a una soluzione pacifica del conflitto.