Si è spento nella mattinata di martedì 12 dicembre Umberto Gastaldi, stimato professore di filosofia. I suoi studenti non l’hanno abbandonato.
Un sentimento di amore può manifestarsi in diverse forme. In tal caso, parliamo di stima e profondo riconoscimento. Umberto Gastaldi insegnava filosofia presso il liceo scientifico Gobetti di Torino, una disciplina impartita non certo con distacco e freddezza, bensì arricchita dallo spassionato legame con la materia. Il suo entusiasmo nell’esporre i pensieri illuminati dei grandi pensatori conquistò inevitabilmente ed eternamente i suoi studenti. Un’ora di lezione frontale che divenne ben presto nutrimento per il cuore e per l’anima, risvolto che spinse gli allievi a scrivere ripetutamente al loro amato professore.
Rapporti instaurati nei primi anni ’80, che hanno resistito al tempo e allo spazio. Umberto Gastaldi si trasferì a Roma, sua città natale, per trascorrere gli ultimi anni di vita. Questo non impedì ai suoi ex studenti, ormai adulti, di mantenere i contatti. Prima le lunghe lettere, poi le e-mail ed infine i messaggi istantanei su Facebook. Lo stimato professore di filosofia non lasciava mai un pensiero oppure una domanda senza risposta, fino a poco tempo fa. Il suo silenzio insospettì gli storici ammiratori, in particolare Nicoletta Bertorelli, particolarmente legata all’82enne.
Gastaldi chiude gli occhi per l’ultima volta
“Ho mollato tutto e sono partita” – racconta Bertorelli. Gli ex studenti, allarmati dal silenzio anomalo del professore, si impegnarono nella ricerca di informazioni che potessero chiarire quanto accaduto. Dopo cinque giorni giunse la prevedibile notizia: Umberto Gastaldi si trovava in una casa di cura situata nella Capitale. Un gruppo della vecchia classe lasciò la propria dimora per correre dal professore. “Prendete voi i miei libri, recuperate le mie lettere” – le prime parole pronunciate.
Bertorelli raggiunse così l’abitazione di Gastaldi e vi trovò un archivio epistolare, protetto tra un libro di Gramsci ed un volume di Nietzsche. Aveva stampato tutto, anche le lunghe e-mail accumulate negli anni. In una poesia, risalente al 1978, aveva espresso il desiderio di spegnersi lentamente – una “morte gentile” – e di fatto questo è ciò che è avvenuto. Nella mattina di martedì 12 dicembre, lo stimato professore di filosofia ha chiuso gli occhi per l’ultima volta, circondato dall’amore dei suoi studenti che, per decenni, non hanno mai dimenticato uno solo dei suoi preziosi insegnamenti.