L’Ucraina perderà la guerra in ogni caso: è questa la dura realtà che il Presidente Zelensky non riesce ad accettare.
Guerra come sinonimo di devastazione, un’associazione che può essere applicata tanto alla Striscia di Gaza, quando all’Ucraina. I resoconti in tal caso spesso si riferiscono ai finanziamenti economici, alle unità di feriti e vittime delle bombe e dei proiettili vaganti, ma ancora alla distruzione di edifici e strutture pubbliche oppure al crollo del sistema sanitario sul territorio. Sono questi pressoché i temi sui quali la cronaca e la stessa politica si concentrano nella cronistoria di un conflitto. Esiste tuttavia un ulteriore fattore degno di considerazione: il calo demografico.
L’istinto di sopravvivenza del genere umano spinge milioni di individui ad abbandonare la propria terra d’origine per scampare alla morte. Un’esperienza che i famosi immigrati di Lampedusa vivono ogni giorno e che ora riguarda anche la popolazione palestinese ed ucraina. E mentre la prima si ammassa al confine con l’Egitto, nella speranza di lasciarsi alle spalle il fuoco delle bombe israeliane; la seconda si è ormai stabilita in Europa, ottenendo conseguentemente un permesso di soggiorno a lungo termine. Molti di loro non torneranno mai nei luoghi che hanno servito da scenografia della loro lontana infanzia.
Una terra desolata
Nessun essere umano vorrebbe vivere in un territorio devastato da un conflitto, ed ecco dunque che interi nuclei famigliari rinunciano alle quattro mura domestiche per emigrare altrove. Mentre il Presidente Zelensky contatta disperatamente gli alleati occidentali per ricevere maggiori rifornimenti militari, i suoi concittadini abbandonano l’Ucraina in favore della serenità in Europa. Meno di due anni fa la nazione registrava circa 52 milioni di abitanti, cifra che attualmente è calata a 28 milioni. Un numero, questo, che si deve al divieto imposto dal governo per i civili dai 18 ai 65 anni di genere maschile di lasciare il paese.
Donne e bambini, accompagnati dai pochi uomini ai quali è stato concesso di fuggire, hanno quindi afferrato la mano tesa dalle principali potenze occidentali ed accettato il loro invito di stabilirvi la residenza definitiva. Laddove l’Ucraina – ipotizzando un utopico futuro – dovesse contrastare efficacemente il gigante russo, si ritroverà comunque vuota, arida e desolata. Coloro che hanno abbandonato la propria terra d’origine negli ultimi 17 mesi, difficilmente metteranno piede nuovamente nelle zone devastate dal conflitto. Zelensky ha perso la guerra da diversi mesi, senza tuttavia rendersene conto.