Oltre allo sterminio di civili palestinesi in corso, la Striscia di Gaza rischia l’allagamento con acqua di mare pompata nella rete di tunnel
Quando il Wall Street Journal ha dato la notizia del piano di allagare i tunnel sotterranei di Gaza con l’acqua del mare, molti sono rimasti perplessi, stentando a credere a un programma così particolare. Le fonti della notizia erano americane, ma la conferma definitiva, sulle prime, non si trovava. Ora però l’operazione in stile da flagello biblico è effettivamente iniziata.
Sono state installate tempo fa cinque pompe idrauliche in riva al mare, collegate con le zone in cui sono stati trovati gli ingressi dei tunnel. L’acqua salata dunque scorre nei tubi, diretta verso i budelli sotterranei, dove i miliziani di Hamas sono nascosti.
La guerra assume aspetti paradossali
L’intenzione è esattamente quella di costringerli a venire allo scoperto, per evitare la fine dei topi. Dalla Casa Bianca erano pervenute critiche al piano di Tel Aviv, poiché è probabile che ci siano degli ostaggi, nel cosiddetta metropolitana di Gaza. I passaggi sotterranei sono in effetti collegati fra loro, formando una città sotterranea, con telefono, luce, condotti di aerazione e vari servizi.
Nessun soldato, comprensibilmente, intende avventurarsi in un percorso che solo i palestinesi conoscono per intero. I camminamenti arrivano fino a una profondità di 75 metri, in alcuni punti, permettendo agli uomini di Hamas di sbucare in superficie all’improvviso nei punti più impensati della Striscia. O anche dell’Egitto, in barba a tutti i controlli.
Un precedente disastroso non ferma Tel Aviv
Infatti, nel 2015 fa gli egiziani hanno allagato alcuni tunnel con acqua di mare nella zona di Rafah, allo scopo di fermare il fitto contrabbando in corso. Le conseguenze ambientali sono state molto negative, secondo le proteste degli agricoltori. Dai tunnel infatti è uscito di tutto, contaminando i terreni coltivabili, con danni rilevanti. Peggio ancora, quindi, potrà andare se l’operazione di Israele sarà effettuata su ampie dimensioni.
Infatti la lunghezza complessiva dei tunnel supera i 500 chilometri, più della metropolitana di Londra, con un’estensione tale che un allagamento sistematico renderebbe inabitabile il territorio interessato. Si tratterebbe di un vero e proprio disastro ambientale.
Estremi rimedi ancora non risolutivi
Israele, tuttavia, ha fatto sapere che la soluzione dell’allagamento sarà solo una tattica fra le altre. Nel 2021 gli attacchi al labirinto sotterraneo sono stati compiuti con raid aerei. Alla fine, si parlava di un centinaio di chilometri di camminamenti distrutti dalle bombe.
Negli ultimi giorni, in alcuni casi casi, i soldati dell’esercito di Tel Aviv sono riusciti a penetrare nei tunnel, dopo averli esplorati con i droni e con i cani, mettendo fuori uso i servizi. Una battaglia nel sottosuolo sarebbe infatti impensabile. Inevitabilmente Hamas correrà ai ripari, e i guerriglieri cercheranno di spostarsi per tempo, portando con sé gli ostaggi, chissà dove. La fine della guerra potrebbe richiedere ancora due mesi di violenze difficili da raccontare.