La tregua è finita e la violenza è tornata a dominare le cronache di guerra. E uno dei piani di Tel Aviv ha la ferocia di un flagello biblico.
L’esercito israeliano continua a imperversare sulla Striscia di Gaza, minacciando di inondare i tunnel sotterranei pompando acqua di mare. Sarebbe questo il piano che le forze armate del premier Benjamin Netanyahu stanno progettando, secondo la rivelazione del Wall Street Journal, che cita fonti anonime statunitensi. L’allagamento della rete di cuniculi procurerebbe un effetto sicuro: la fuga dei guerriglieri di Hamas, costretti a venire alla luce del sole per evitare una morte da topi. Ma è verosimile una strategia del genere?
Il dato di fatto è che sotto il suolo della Striscia c’è un reticolo di condotti più esteso della metropolitana di Londra, fino a raggiungere ben 500 km di lunghezza complessiva, secondo le stime. Israele potrebbe usare per un allagamento di grandi proporzioni i cinque sistemi di pompe idriche installati a Nord di Gaza City. L’effetto sarebbe devastante per l’impatto ambientale e le coltivazioni, dato che il terreno non potrebbe che assorbire tutto ciò che è contenuto nei sottosuolo. Se per sconfiggere Hamas, Israele deve rendere invivibile il territorio palestinese, la guerra è un rebus senza soluzione.
Una minaccia talmente aggressiva da rivelare impotenza
Le falde verrebbero probabilmente contaminate, compromettendo l’attività agricola e la stessa potabilità dell’acqua. Altra conseguenza sarebbe il rischio di cedimenti del terreno, sotto la pressione degli edifici di maggiori dimensioni. Ulteriore pericolo, non certo ultimo, è rappresentato dalla probabile presenza degli ostaggi, che dovrebbero trovarsi nascosti proprio nel sottosuolo, al sicuro dalle bombe.
C’è un precedente, che risale al 2015, quando l’Egitto ha sommerso nell’acqua una rete di tunnel al confine con la Striscia, per fermare le attività dei contrabbandieri. Gli agricoltori protestarono per i gravi danni subiti. Ora Israele però, secondo l’indiscrezione, vorrebbe fare di peggio, compiendo un atto devastante per vincere una guerra già di violenza inaudita.
Gli Stati Uniti cercano di trattenere l’irruenza israeliana
All’amministrazione americana l’eventualità di un’inondazione artificiale con acqua di mare non piace per niente, ammesso che il piano di Benjamin Netanyahu sia proprio questo. Potrebbe trattarsi infatti di una minaccia utile solo a tenere alta la tensione, mostrando che cosa lo Stato ebraico è disposto a fare, pur di sradicare Hamas dalla Striscia. La tregua appena conclusa non ha, dunque, per nulla ammorbidito le intenzioni di Tel Aviv.
Che la guerra in corso abbia un carattere estremo, lo dimostra il fatto che i soldati israeliani hanno trovato nella Striscia ben 800 ingressi di tunnel sotterranei e ne hanno fatti saltare 500 con le bombe. Nessuno, tranne Hamas, conosce per intero il sottosuolo della Striscia, un mondo ancora misterioso, dove i passaggi arrivano a 80 metri di profondità, con luce, collegamenti telefonici e impianti di ventilazione.
Il massacro continua implacabile, ancora senza limiti
L’esercito, una volta scoperti gli ingressi, ha inviato droni, robot e sguinzagliato cani per procurarsi informazioni sulla cosiddetta metropolitana di Gaza, che permette ai guerriglieri di spostarsi rapidamente senza essere visti, per poi apparire all’improvviso. Nel frattempo, mentre non si vedono ancora soluzioni politiche al conflitto, i bombardamenti proseguono.
L’agenzia di stampa palestinese WAFA ha dichiarato che almeno 50 persone sono state uccise in un attacco aereo che ha colpito due scuole che ospitavano sfollati nel nord della Striscia di Gaza. Contemporaneamente, veniva bombardata anche la zona meridionale della Striscia, accompagnando l’offensiva di terra israeliana, che avanzava con i carri armati e la fanteria contro i miliziani di Hamas.