Vladimir Putin appare stranamente molto più accogliente rispetto al rivale ucraino, vorrebbe infatti aprire i negoziati volti alla pace.
Mosca appare inarrestabile. Nonostante le ingenti perdite registrate dal Cremlino – si parla di 333.840 vittime, di cui 1.030 nella giornata di ieri – Putin sembra determinato nel perseguimento dei suoi obiettivi. La leadership punta all’occupazione definitiva del territorio di Donetsk, attualmente difeso relativamente dall’esercito ucraino. Le forze armate russe hanno concentrato le proprie forze sulla città di Marinka, in prima linea dal 2014. I principali comandi militari hanno confermato il controllo della maggior parte delle aree edificate, mentre la fazione rivale si è trincerata in prossimità della sua estremità occidentale.
Donetsk “resta ancora uno dei principali obiettivi della guerra del Cremlino”, il pensiero esposto dall’intelligence britannica sulla base dell’analisi degli ultimi spostamenti militari russi. Nel frattempo lo Stato Maggiore ucraino ha confermato la distruzione di oltre 5mila carri armati russi, 10mila veicoli corazzati, 7mila sistemi di artiglieria, più di novecento sistemi di razzi a lancio multiplo e di altrettanti aerei, elicotteri, droni, imbarcazioni e sistemi di difesa aerea. Il rivale, dal canto suo, rivendica l’abbattimento di 22 aerei senza pilota e l’intercettazione di ulteriori 13 nei cieli della Crimea.
I russi sono stanchi
Il conflitto russo-ucraino ha raso al suolo gli eserciti di ambedue le fazioni, una tragica conseguenza della determinazioni di entrambi i leader. Questo ha contemplato lo sviluppo di un naturale sentimento di stanchezza e frustrazione, che accomuna in realtà tanto gli ucraini, quanto i russi. Il Cremlino di fatto non si aspettava che l’Ucraina potesse resistere per un tempo così prolungato. Di fronte ad una tale condizione di stasi, sembra che Putin abbia manifestato un atteggiamento più accogliente rispetto al rivale ucraino.
Mentre Zelensky rifiuta categoricamente un eventuale negoziato – chiedendo conseguentemente più armi agli alleati occidentali – Putin fa sapere, tramite il suo portavoce, di prediligere di gran lunga la via diplomatica alla morte dei suoi concittadini. “La cosa più importante per noi è raggiungere i nostri obiettivi” – ha spiegato Dmitry Peskov – “E, naturalmente, preferiremmo farlo principalmente attraverso mezzi politici e diplomatici”. Ha infine concluso: “Ecco perché rimaniamo pronti ai negoziati“. Una porta aperta che, mesi fa, Kiev aveva chiuso e blindato in modo perentorio. L’unica speranza risiede quindi nelle prossime elezioni presidenziali ucraine, grazie alle quali potrebbe presentarsi una figura più razionale e aperta dell’attuale leader in carica.