Putin e Zelensky incrementano le unità militari inviate sul campo di battaglia, nel frattempo il leader ucraino attende le prossime elezioni.
Il mandato presidenziale di Volodymyr Zelensky scade tra quattro mesi. Le prossime elezioni giocheranno un ruolo fondamentale nell’andamento del conflitto russo-ucraino, soprattutto in merito ai piani geopolitici della coalizione che verrà eletta dai cittadini. Riguardo ad un possibile secondo mandato, mentre il diretto interessato evita categoricamente l’argomento, la first lady sembra intenzionata a persuadere il marito in favore di una rinuncia definitiva. La mancata fiducia dei comandi militari nei confronti del Capo di Stato è ormai nota, un fattore che ha contribuito al relativo fallimento delle strategie applicate sul campo di battaglia.
I dati emersi negli ultimi mesi mostrano chiaramente la tragica condizione, tanto dei soldati ucraini, quanto dei loro nemici. Dalla prima attuazione dell’Operazione speciale hanno perso la vita 70mila ucraini e 190mila russi. Il paese ha poi registrato la fuga di oltre 650mila ucraini in età da combattimento, i quali hanno superato il confine nel corso dei 18 mesi bui ed hanno ottenuto successivamente la residenza in Europa. Entrambe le fazioni prendono coscienza dell’importanza delle unità militari disponibili, ragion per cui i leader coinvolti sperano in un ulteriore incremento delle forze armate stanziate sul territorio.
Putin e Zelensky in cerca di uomini
La richiesta dell’Ucraina di entrare nella Nato indispettisce particolarmente il Cremlino, in quanto percepita come una minaccia non indifferente per la sicurezza della Russia. Putin può contare sull’appoggio della Corea del Nord e del suo leader Kim Jong-un, un’alleanza concretizzata a Vostochny il 13 settembre scorso. L’accordo potrebbe prevedere l’invio di battaglioni militari coreani, in modo da studiare un’operazione offensiva efficace. Nel frattempo il leader russo ha espresso pubblicamente la sua intenzione di aumentare progressivamente le unità militari – attraverso reclutamenti volontari – fino a raggiungere un esercito di oltre 1,3 milioni di soldati.
E mentre i principali esponenti ucraini chiedono alla comunità internazionale una maggiore collaborazione, il Ministro dell’Energia di Kiev ha spiegato che l’ultimo raid russo è responsabile di un blackout dell’impianto della centrale nucleare di Zaporizhzhia: “Venerdì notte si è rischiata un’altra Fukushima” – le parole di Galushchenko – “Le azioni dei russi richiedono una risposta più dura da parte del mondo”. Le forze ucraine hanno respinto 54 tentativi di attacco nella sola giornata di domenica 3 dicembre, tuttavia le forze militari nemiche appaiono inarrestabili. L’Ucraina ha bisogno di un numero maggiore di soldati, necessari per difendere adeguatamente le zone libere.