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Esteri

Navi americane colpite nel Mar Rosso

Published by
Maria Vittoria Ciocci

Il pericolo che il conflitto israelopalestinese si estenda inesorabilmente diviene sempre più concreto: due navi abbattute nel Mar Rosso.

Il conflitto israelopalestinese coinvolge molte più potenze di quanto si possa anche solo lontanamente immaginare. Il sostegno implicito delle nazioni, tradotto in rifornimenti militari e aiuti finanziari, comporta inevitabilmente lo sviluppo di alleanze silenziose. Il massacro della popolazione, consumato sul territorio di Gaza, ha toccato profondamente la sensibilità dei vicini di casa, i quali si sono sentiti in dovere di rispondere alle forze armate nemiche, manifestando concretamente il proprio sostegno. E mentre Netanyahu gode dell’appoggio degli Stati Uniti, Hamas può contare su Hezbollah – in Libano – e sull’Iran.

Il Pentagono denuncia l’attacco di due navi commerciali ed una portaerei americana – foto: ansa – rationalinternational.net

Lo Stato di Israele dunque, così come la commissione internazionale dichiaratamente favorevole alla difesa del paese, dovrebbe mettere in conto il prossimo coinvolgimento di un numero sempre maggiore di nemici. Il partito di Hamas si è formato nel 1987 e si fonda su tre pilasti: religione, carità e lotta contro coloro che sono considerati degli sconsiderati invasori. Principi, questi, condivisi da diverse nazioni quali Sudan, Tunisia, Algeria, Siria, ma anche dai ribelli di Houthi, miliziani sciiti finanziati dall’Iran che controllano gran parte del territorio nord-ovest yemenita.

La risposta degli alleati di Hamas

Nella mattinata di domenica 3 dicembre l’Autorità per il traffico marittimo commerciale (Uktmo) ha ricevuto diverse segnalazioni che confermavano la presenza di droni sospetti operativi in prossimità dello stretto di Bab al-Mandab, situato tra il Mar Rosso e l’Oceano Indiano. Poche ore dopo due navi commerciali ed una portaerei militare statunitense sono state colpite. In particolare l’Uktmo ha denunciato l’attacco alla USS Cartney e ad una nave britannica di proprietà di Danny Ungar, figlio del magnate delle spedizioni israeliano Rami Ungar. L’operazione si è consumata alle 10 in punto a Sanaa, nello Yemen, per poi prolungarsi per cinque ore.

I ribelli di Houthi rivendicano l’attacco, una risposta alla tragedia palestinese – foto: ansa – rationalinternational.net

Successivamente i miliziani sciiti Houthi hanno rivendicato il colpo: “La Marina yemenita ha preso di mira due navi del nemico sionista” – le parole del portavoce Yahya Saria – “in sostegno ai civili di Gaza”. Il Pentagono, come da prassi, ha risposto pubblicamente all’attacco: “Forniremo informazioni non appena saranno disponibili”. Si inaspriscono le tensioni che vedono coinvolte le principali potenze mediorientali ed occidentali. Il rischio che il conflitto israelopalestinese si estenda ulteriormente diviene sempre più concreto, tangibile e potenzialmente catastrofico.

Maria Vittoria Ciocci

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