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È possibile andare in pensione con meno di 10 anni di contributi, ma solo in rari casi: ecco quali

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Federico Liberi

La prospettiva di andare in pensione con soli 10 anni di contributi (o anche meno) può sembrare sorprendente, ma in determinate circostanze è possibile. Vediamo quali sono

Il pensionamento con pochi anni di contributi non è semplice, poiché generalmente ne sono richiesti almeno 20 per la pensione di vecchiaia a 67 anni, con una riduzione a 15 anni per coloro che soddisfano determinati requisiti. Tuttavia, è importante sapere che in alcune circostanze il requisito contributivo può essere ridotto, scendendo persino sotto i 10 anni. Non esiste un preciso provvedimento che richieda esattamente 10 anni di contributi per il pensionamento, ma ci sono condizioni che, se soddisfatte, consentono di abbattere ulteriormente la soglia di contributi richiesta dalla normativa. Esploriamo queste condizioni per rispondere a coloro che, avendo accumulato appena 10 anni di contributi e trovandosi in difficoltà ad aumentarli, desiderano sapere se ci sono possibilità di andare comunque in pensione e, in caso affermativo, a quanti anni.

Andare in pensione con meno di 10 anni di contributi, un sogno possibile solo in casi specifici

Sebbene la legge di Bilancio 2024 debba ancora ottenere l’approvazione definitiva nelle prossime settimane, al momento non sono previste modifiche sostanziali al testo della manovra, che, tra le numerose novità, rivede anche le regole per l’accesso alla pensione. Pertanto, per rispondere a quando si va in pensione nel 2024, a quanti anni e con quanti contributi, è necessario considerare la legge di Bilancio 2024.

Nonostante ci siano alcune novità, sia positive che negative rispetto all’anno precedente, la riforma Fornero del 2011 continua a regolamentare l’accesso alla pensione in Italia, stabilendo i requisiti per la maggior parte dei lavoratori. Al suo fianco, ci sono misure di flessibilità rivolte a un numero limitato di persone, e quest’anno l’accesso alla pensione per loro diventa più complesso a causa del rafforzamento di alcune condizioni. Ci sono, però, alcuni casi particolari in cui è possibile andare in pensione con solamente 10 anni di contributi (o meno). Vediamo quali sono queste situazioni.

Immagine | Pixabay @DilokKlaisataporn – RationalInternational.it

Pensione con 10 anni di contributi se versati tutti dopo il primo gennaio 1996. La prima opzione che consente il pensionamento con soli 10 anni di contributi è l’opzione contributiva della pensione di vecchiaia. Come noto, per andare in pensione oggi servono generalmente 20 anni di contributi e un’età anagrafica di almeno 67 anni. Tuttavia, pochi sono a conoscenza di una seconda opzione di pensione di vecchiaia, dedicata esclusivamente ai contributivi puri, cioè a coloro che hanno iniziato a versare contributi dopo il 1° gennaio 1996. Per questa categoria, è possibile accedere alla pensione con soli 5 anni di contributi; tuttavia, è richiesto un requisito anagrafico più elevato, poiché il pensionamento può avvenire solo al raggiungimento dei 71 anni di età. È importante notare che, trattandosi di una pensione calcolata interamente con il sistema contributivo, non si ha diritto all’integrazione al trattamento minimo. Pertanto, se il calcolo produce un importo basso, come è probabile con soli 10 anni di contributi, non si potrà usufruire di alcun aiuto finanziario.

Pensione con 10 anni di contributi per gli iscritti al fondo casalinghi e casalinghe. Anche chi è affiliato al Fondo casalinghi o casalinghe dell’Inps può ottenere il diritto alla pensione con meno di 10 anni di contributi. Per percepire una rendita mensile, sono sufficienti 5 anni di contributi. In questo caso, il diritto alla pensione si attua già al compimento dei 57 anni, a condizione che l’importo riconosciuto sia almeno 1,2 volte il valore dell’assegno sociale. Considerando che quest’ultimo, nel 2023, ammonta a 507,03 euro, ciò implica che la pensione maturata deve essere almeno di 608,43 euro. In caso contrario, il diritto alla pensione si acquisisce all’età di 65 anni, senza la necessità di soddisfare alcuna soglia minima di reddito. Tuttavia, è importante sottolineare un fattore significativo: nel conteggio dei contributi necessari per ottenere il diritto alla pensione erogata dal Fondo casalinghi e casalinghe dell’Inps, non vengono considerati i contributi versati in altre casse di previdenza, anche quando gestite sempre dall’Inps.

Pensione con 10 anni di contributi per gli iscritti alle casse professionali. Diversi professionisti possono garantirsi una pensione con soli 10 anni di contributi. Analizzando i requisiti per il pensionamento stabiliti da alcune casse professionali, soprattutto quelle di recente istituzione, emerge che in determinati casi è sufficiente accumulare un minimo di 5 anni di contributi per ottenere il diritto a una rendita mensile. Un esempio è rappresentato dalla cassa degli psicologi, così come dalla cassa multi-categoriale: in entrambi i casi, per andare in pensione con un’età minima di 65 anni, sono necessari solo 5 anni di contributi. La stessa regola si applica ai consulenti del lavoro, i quali, a partire da quest’anno, possono pensionarsi a 69 anni di età (che diventeranno 70 dal 2025) con 5 anni di contributi. Anche la cassa degli avvocati richiede un requisito contributivo simile, ma in questo caso, per andare in pensione, è necessario avere almeno 70 anni di età.

Cosa fare con soli 10 anni di contributi se non si rientra tra le suddette categorie. Se non si rientra in nessuna delle categorie sopra menzionate, non è possibile accedere alla pensione con soli 10 anni di contributi. In tal caso, si presentano due opzioni:

  • Rinunciare alla pensione, consapevoli che l’Inps non restituirà i contributi versati, e richiedere una misura di assistenza (consulta cosa spetta in termini di pensione per chi non ha i contributi);
  • Incrementare gli anni di contributi, cercando di raggiungere almeno i 15 anni richiesti dalle deroghe Amato, ancor meglio se si riesce ad arrivare a 20 anni.

Per aumentare i contributi, ci sono diverse opzioni: ad esempio, verificare la presenza di periodi che possono essere coperti da contribuzione figurativa o, assumendosi i costi, ricorrere al versamento volontario. Inoltre, esistono i contributi da riscatto.

Una terza possibilità è rappresentata dal riscatto di 5 anni di contributi, se tutti i 10 anni di contributi sono accreditati presso le gestioni Inps e l’anzianità assicurativa è antecedente al 1996. Questa opzione, prevista dall’articolo 3 del decreto ministeriale n. 282 del 1996, consente a coloro che possiedono contributi al 31 dicembre 1995 di optare per il computo presso la gestione separata. Tale scelta, comportando il calcolo completamente contributivo della pensione, consente di accedere all’opzione contributiva della pensione di vecchiaia (71 anni di età e 5 anni di contributi).

Tuttavia, per usufruire di questa possibilità, non sono sufficienti 10 anni di contributi, ma ne servono almeno 15. Inoltre, almeno 5 anni di contributi devono essere accreditati dall’1 gennaio 1996, mentre almeno 1 mese deve essere accreditato presso la Gestione separata Inps.

Federico Liberi

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