Yana era stata nascosta nella valigia ancora viva. Vittima di un progetto omicida che prevedeva il suo occultamento
Rinviato a giudizio in corte d’Assise Dumitru Stratan, l’ex fidanzato di Yana Malayko, la ragazza 23enne di origini moldave uccisa il 20 gennaio scorso a Castiglione delle Stiviere.
Il gup ha riconosciuto l’aggravante della premeditazione del delitto. L’uomo è ora accusato di omicidio pluriaggravato e di occultamento del cadavere della sua ex fidanzata. Potrebbe essere condannato all’ergastolo, mentre di Yana resterà il ricordo di una giovane ragazza di 23 anni.
Nella valigia ancora viva
Yana Malayko fu trovata senza vita il 31 gennaio sotto una catasta di legna. Era stata nascosta lì, al confine con la provincia di Brescia. Secondo la gup, Chiara Comunale, esistono prove che dimostrerebbero la premeditazione del delitto. Secondo alcuni elementi raccolti, l’uomo aveva minacciato Yana di morte se si fosse fidanzata con qualcuno del loro gruppo di amici. Inoltre, avrebbe compiuto diversi sopralluoghi all’interno del condominio dove abitava la ragazza, oltre ad aver manomesso la telecamera di sorveglianza di casa sua.
Intanto, secondo l’accusa e la pm Lucia Lombardo possono esserci prove secondo cui la giovane ragazza era ancora viva quando è stata stipata all’interno della valigia. Si attendono le risposte dell’autopsia, che potrebbero rivelare che cosa sia successo in quei momenti. Le prime indagini hanno rivelato che la ragazza è stata colpita ripetutamente al viso e alla testa, ma sarebbe morta per asfissia da soffocamento. Il decesso, dunque, potrebbe essere arrivato quando la ragazza era ancora all’interno del trolley. Una versione che, dunque, dovrà essere dimostrata a processo e che potrebbe aggiungere un ulteriore elemento alla triste vicenda che ha portato alla morte la ventitreenne Yana.
Intanto durante l’udienza i legali di Dumitru hanno chiesto il rito abbreviato. Si tratta di un procedimento grazie al quale si potrebbe accedere allo sconto di un terzo della pena. in questo caso, però, sarà necessario dimostrare che il delitto non fosse premeditato. L’uomo aveva dichiarato ai pm di aver colpito Yana solo una volta, ma allo sterno. Tuttavia, la versione fornita dall’imputato non ha affatto convinto il giudice. L’ipotesi su cui si sta orientando il processo è quella di un “dolo concomitante e un dolo successivo con depistaggio“. Sono queste le parole dell’avvocato difensore di Oleskandr e Tetiana, i genitori di Yana, e i nonni della 23enne.