Zelensky ora litiga. E teme i rivali

In Ucraina c’è un portale che diffonde notizie talmente scomode, che sia la Russia che l’Ucraina cercano di bloccarlo. Ma senza alcun successo

Se il Cremlino vanta un esercito più numeroso, più armato e meglio organizzato, l’Ucraina ha potuto vantare un’arma di inaudita potenza: la propaganda. Per oltre un anno il presidente ucraino Zelensky ha potuto imperversare sui media e nei parlamenti di tutto l’Occidente per chiedere pubblicamente urgente sostegno militare al suo Paese invaso. Il tam tam è stato così martellante, anzi ossessivo, che mai l’Occidente si era unito così disciplinatamente dando sostegno a una guerra.

 

Zelensky ora litiga. E teme i rivali
L’atteggiamento fiero e deciso di Valery Zaluzhny – rationalinternational.net Ansafoto

Una macchina imponente, che tuttavia di recente ha cominciato a scricchiolare. La compattezza degli alleati ha consentito di erogare fondi e inviare armi a Kiev, dove Zelensky è apparso a lungo come dominatore incontrastato della scena politica nazionale. Poi sono spuntati i primi intoppi: alcuni Paesi membri dell’Unione europea hanno iniziato a negare l’invio di armi, e anzi sono aumentate le voci critiche sul fallimento della controffensiva. In fine, ecco l’apparizione del nemico interno.

L’avversario politico più ostico, per Zelensky, è un generale

E’ stato intatti Valery Zaluzhny, il capo di stato maggiore di Kiev, a pronunciare ruvide parole di critica verso il presidente ucraino. Ha infatti ammesso la situazione di stallo dei due eserciti, cioè il fallimento della controffensiva, smentendo così i proclami del suo capo di Stato, che annuncia da tempo l’inevitabile successo dell’Ucraina. Le dichiarazioni di Zaluzhny hanno talmente scosso l’opinione pubblica, che la replica non si è fatta aspettare. Il generale si occupi soltanto di affari militari, e non s’intrometta nel dibattito politico, che non lo riguarda per nulla. Il rimprovero è stato aspro e tempestivo, nella speranza di cancellare una voce critica.

Zelensky ora litiga. E teme i rivali
L’angoscia negli occhi del presidente ucraino Zelensky – rationalinternational.net Ansafoto

Ed è a questo punto che è entrato in azione il portale Strana. E’ un portale che si è preso l’incarico di dare notizie, sfidando la censura. Infatti il Cremlino ha imposto la chiusura Strana in quanto testata di propaganda occidentale. Contemporaneamente, a Kiev Strana è stato considerato filo-russo sin dal 2021, quando è stato oscurato per precauzione, sin dall’invasione russa. Il portale, tuttavia, riesce ugualmente a trasmettere le notizie usando i social network e YouTube.

Oscurato da Mosca e da Kiev, il portale Strana è ancora attivo

Così, il portale ha fatto sapere che Volodymyr Zelensky ha dato ordine a tutti i governatori regionali di interrompere qualunque comunicazione con Zaluzhny. Il generale in poco tempo è diventato estremamente pericoloso, perché la classe dirigente ucraina inizia a considerarlo come una possibile alternativa allo stesso Zelensky. Dunque, Kiev ha imposto che i governatori regionali non creino assolutamente creare entusiasmo attorno a Zaluzhny.

Zelensky ora litiga. E teme i rivali
Da Berdyansk si leva una colonna di fumo nero: le bombe russe hanno colpito – rationalinternational.net Ansafoto

Non solo. Strana da tempo dà informazioni sui continui conflitti fra il capo di stato maggiore e il capo di Stato, che si sono sviluppati fino allo scontro frontale rappresentato dall’intervista all’Economist. In Ucraina, dunque, è stato vietato dichiarare come stanno andando le cose, ovvero che la guerra è perduta, o, più sottilmente, che gli obiettivi strategici non sono stati raggiunti. La sincerità vale a Zaluzhny un moto di spontanea popolarità, tra gli abitanti dell’Ucraina. Anche il Washington Post ha rilevato il momento di successo del capo di stato maggiore, come ha riportato l’agenzia di stampa Agenzia Nova.

Da una parte, in Russia Vladimir Putin al Cremlino rimane saldamente al potere, pur avendo vacillato nei mesi scorsi. Per ora Volodymyr Zelensky sembra invece in difficoltà, al punto da voler rivendicare a sé l’unica voce ufficiale del Paese invaso.

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