Fu assassinato e decapitato davanti alla sua scuola da un’estremista. Ora si scopre che fu venduto dai suoi studenti per pochi euro
Secondo l’accusa ci sarebbe un coinvolgimento da parte dei suoi studenti in occasione dell’uccisione dell’insegnante della scuola francese.
Samuel Paty, questo il nome dell’insegnante ucciso e poi decapitato nell’ottobre del 2020 davanti alla sua scuola di Conflans-Sainte-Honorine. A compiere il brutale gesto il 18enne russo Abdoullakh Anzorov di origini cecene ed ed estremista islamico. Ma secondo le accuse alcuni ex studenti del professore lo avrebbero “venduto” per una somma di circa 300 euro.
Pochi euro per la vita del professore
Secondo l’accusa, ci sarebbe un coinvolgimento da parte di alcuni ex studenti del professore ucciso nel 2020. Tutti i ragazzi avevano tra i 14 e i 15 anni e, secondo quanto emerso dalle carte del processo, avrebbero aiutato l’estremista islamico a compiere l’assassinio del professore. Tuttavia, se le ipotesi dell’accusa dovessero essere confermate, per i ragazzi ci sarebbe solo una pena massima prevista di due anni e mezzo. Questo in quanto per i giudici non è possibile applicare anche per loro la classificazione di terrorismo, in quanto non è stato dimostrato che fossero a conoscenza dell’assassinio e delle reali intenzioni di Anzorov .
Sono cinque i ragazzi, all’epoca dei fatti ancora adolescenti, accusati per associazione a delinquere. Secondo l’accusa, infatti, tutti e cinque avrebbero sorvegliato il perimetro della scuola, indicando poi Samuel Paty, l’insegnante rimasto ucciso, all’assassino. Per questo compito, gli adolescenti avrebbero ricevuto un compenso economico da parte dei Abdoullakh Anzorov. Inoltre, un’altra ragazzina – che nel 2020 aveva solo 13 anni – aveva affermato falsamente che l’insegnante aveva chiesto agli studenti musulmani di lasciare la classe, oltre ad aver mostrato delle caricature di Maometto. È stato infatti dimostrato che la ragazzina non si trovava nemmeno in classe quando i fatti sono accaduti.
Secondo quanto ricostruito dall’inchiesta, la pianificazione dell’omicidio di Paty iniziò proprio a partire dalla bugia della tredicenne. Da quel momento partirono gli attacchi online, fino ad arrivare all’aggressione perpetrata il 16 ottobre 2020. L’assassino avrebbe infatti contattato un ragazzo della scuola, chiedendogli di indicare Samuel Paty in cambio di 300 euro. Tuttavia, Anzorov disse allo studente che voleva solo filmare l’insegnante. A quel punto l’adolescente decise di coinvolgere anche i suoi amici, dividendo la somma tra di loro. Durante il processo gli studenti hanno detto che non sapevano quali fossero le vere intenzioni dell’assassino.