Il conflitto russo-ucraino sta perdendo progressivamente rilevanza: Zelensky recrimina agli occidentali il tentativo di mediazione con Putin.
Una guerra, in epoca contemporanea, si combatte tanto sul campo di battaglia quanto sulle prime pagine dei tabloid. La manipolazione delle informazioni si è fatta via via sempre più complicata, in quanto i social network contribuiscono alla confutazione di informazioni e racconti non inclini ad una realtà oggettiva. Il discorso diviene più complesso se ci riferiamo alle testate internazionali ufficiali che, come accade di consueto, risentono inevitabilmente delle posizioni diplomatiche e – in tal caso geopolitiche – dei singoli governi in carica. Analizzando dunque lo storytelling del conflitto russo-ucraino, abbiamo assistito evidentemente ad un cambio di rotta.
Una trama che, nel mese di febbraio 2021, era chiara a tutti. Un invasore mina la libertà e l’indipendenza di una nazione democratica, ragion per cui la comunità internazionale non può fare altro che schierarsi in favore di un’istituzione ad essa affine. I media occidentali hanno così iniziato la stesura di un romanzo dall’epilogo prevedibile. L’Ucraina si è trasformata in un’eroina incompresa e il suo leader è divenuto un soldato resiliente e determinato nella difesa del proprio paese. Un racconto dunque che ha nascosto sotto il tappeto i punti deboli di Volodymyr Zelensky, così come la corruzione dilagate associata alla sua coalizione e la sfiducia dell’esercito, manifestata non troppo velatamente, nei confronti del proprio Capo di Stato.
L’Ucraina sta stancando l’Occidente
Qualcosa è poi mutato inesorabilmente. Lo scoppio del conflitto israelopalestinese ha spinto l’attenzione dei giornalisti – e dei governi – altrove. Le istituzioni hanno dovuto giustificare la decisione di fornire aiuti umanitari e militari alle fazioni coinvolte, ridimensionando così il sostegno garantito al territorio ucraino. E se inizialmente la Russia venne definita debole e incapace di contrastare la controffensiva nemica, ora viene descritta come invincibile e militarmente più potente. Ed ecco come la percezione della guerra si è evoluta nel giro di poche settimane.
Il conflitto russo-ucraino non affascina più i cittadini occidentali, i quali hanno perso interesse per la causa. I tabloid quindi, specchio del disincanto dei governi, raccontano una realtà completamente diversa. Una scelta, questa, che consente ai lettori di accedere ad un bagaglio informativo più veritiero, ma che tuttavia esprime chiaramente il cambiamento di rotta delle singole istituzioni europee e statunitensi.
Se prima le coalizioni desideravano alimentare un coinvolgimento profondo in favore di Volodymyr Zelensky, ora tentano semplicemente di sminuirne le ragioni. Sono emersi, in poco più di un mese, dati importanti associati alle perdite consistenti, alle morti premature dei soldati, all’inefficacia della controffensiva studiata dai comandi militari. L’Ucraina dunque non rappresenta più il simbolo della lotta per la libertà, bensì l’emblema di una nazione illusa, guidata da un leader incapace di accettare l’imminente sconfitta.