Entrambe le fazioni hanno rispettato le condizioni associate alla pausa umanitaria: diciassette israeliani e quattro thailandesi a casa.
Hamas e Israele hanno rispettato gli accordi. Un secondo gruppo di ostaggi è stato rilasciato, composto da diciassette israeliani, quattro thailandesi ed un 25enne con doppia nazionalità russa – un omaggio, spiegano i terroristi, al leader Vladimir Putin, dichiaratamente a favore della causa palestinese. Inoltre, contrariamente a quanto accaduto per il primo gruppo, questa volta i miliziani hanno preferito non separare i nuclei famigliari. Le fazioni stanno discutendo in merito all’eventualità di estendere ulteriormente la pausa umanitaria, dai due ai quattro giorni, e di prevedere il rilascio di dieci ostaggi ogni giorno.
Le condizioni di salute dei rilasciati sembrano stabili, ad eccezione dell’ottantaquattrenne Elma Avraham, condotta in ospedale ed attualmente fuori pericolo. Nel frattempo Israele ha stabilito la liberazione di quasi 40 palestinesi minorenni, i quali sono stati accompagnati al confine dalle forze armate. Le organizzazioni umanitarie hanno approfittato del cessate il fuoco per inviare 237 camion di aiuti e 7 convogli di carburante, necessari per le strutture sanitarie. Oltre 2 milioni di cittadini a Gaza tornano ad occupare le vie della città, un respiro di sollievo dall’angoscia perenne dei giorni precedenti alla pausa umanitaria.
Ostaggi come merce di scambio
Joe Biden ha contattato il Capo di Stato Benjamin Netanyahu, ribadendo la necessità di una tregua prolungata che consenta il rilascio di tutti gli ostaggi. Quest’ultimo è sembrato irremovibile: per quanto Hamas abbia rispettato gli accordi, questo non esclude l’imminente distruzione dell’organizzazione e del partito. Il leader israeliano ha garantito al Presidente degli Stati Uniti che, una volta terminati i giorni concessi a Gaza per riprendersi, le forze armate torneranno a colpire inesorabilmente la fazione nemica. L’obiettivo finale dunque non cambia.
“La garanzia che Gaza non possa più rappresentare una minaccia per Israele” – lo scopo di Benjamin Netanyahu, un desiderio che si associa all’intenzione di prevedere che Israele diventi “responsabile della sicurezza di Gaza”. L’esercito israeliano, ancora in allerta, ha spiegato di come Hamas stia sfruttando la pausa umanitaria per accedere ai rifornimenti militari e riunire le forze terroristiche. Utilizzano gli ostaggi come merce di scambio e scudo dagli attacchi nemici. E mentre le fazioni ribadiscono le reciproche posizioni, Joe Biden vive ancora nell’illusione che i due stati possano convivere di comune accordo.