Non c’è davvero pace per i civili che sono rimasti a Gaza, i quali dovranno passare presto da un incubo all’altro
Sono giorni di attesa e speranza in Medio Oriente. In molti, infatti, si aspettano molto da questa nuova tregua, ma in realtà i guai non sono affatto finiti.
Perché nonostante la tregua tanto attesa e finalmente ottenuta, non ci sono buone notizie per coloro che sono rimasti sotto le bombe dell’esercito israeliano e delle milizie di Hamas. A dirlo sono i funzionario Onu che sono ancora a Gaza.
La popolazione è stremata
Continuano le difficoltà della popolazione palestinese a causa dei continui bombardamenti da parte delle due fazioni in campo. Alcuni funzionari dell’Unrwa raccontano di quanto la situazione all’interno di Gaza City sia diventata al limite della sopportazione per i civili. Sono ormai 1,7 i milioni di rifugiati palestinesi all’interno della Striscia di Gaza. Mentre la popolazione è di 2,1 milioni. Il cessate il fuoco farà respirare un po’ la popolazione, sconvolta dalla guerra, ma le difficoltà ci sono ancora soprattutto dal punto di vista della sopravvivenza.
I rifugi, raccontano i funzionari Onu, sono tutti pieni. Aumentano di giorno in giorno i bisogni di acqua, coperte e cibo e non sempre è possibile aiutare chi ne ha bisogno. I posti all’interno delle strutture sono terminati ormai da settimane e, dunque, si stanno creando delle grandi tendopoli attorno ai rifugi dell’Unrwa. Questo nella speranza che, essendo nei pressi di strutture Onu, si possa evitare di venire colpiti. Tuttavia, nemmeno gli edifici delle Nazioni Unite sono al sicuro ed è capitato più volte di essere coinvolti in un bombardamento. Sono circa 90 gli incidenti con impatti avvenuti nelle strutture Unrwa. alcuni in maniera indiretta e altri in maniera indiretta. È praticamente impossibile stabilire di chi sia la colpa dell’impatto – se delle milizie di Hamas o dell’esercito israeliano – fatto sta che nessun posto a Gaza è sicuro.
Circa 24 edifici Onu sono stati colpiti dai razzi. Tra questi anche scuole, un centro di distribuzione di beni di prima necessità e anche cliniche. Ad oggi è Unrwa l’organizzazione più presente all’interno della Striscia di Gaza. I volontari forniscono servizi di base e beni di prima necessità per i civili rifugiati che non hanno una casa o un posto dove andare. Ad oggi non riescono a soddisfare i bisogni dei cittadini che chiedono aiuto a causa della guerra e la situazione non potrà che peggiorare a breve.