Non è affatto finita e sembra che il conflitto possa durare a lungo anche questa volta. Israele promette due mesi di bombe
Mentre gli occhi del mondo sono puntati su quella che potrebbe essere la prima trattativa riuscita tra Israele e Hamas, le prospettive per il futuro non promettono nulla di buono.
Si attende con ansia l’arrivo del primo giorno di tregua e della liberazione degli ostaggi israeliani – almeno alcuni di loro – da parte di Hamas. Ma intanto a mettere in chiaro le cose sul futuro del conflitto è lo stesso governo israeliano, che promette almeno altri due mesi di bombe.
I bombardamenti continueranno
Era un’intesa carica di speranza quella raggiunta tra l’organizzazione Hamas e l’esercito israeliano. L’accordo raggiunto tra l’organizzazione terroristica e il governo israeliano è quello di – da parte di Hamas – liberare almeno 50 ostaggi catturati il 7 ottobre durante l’attentato nei Kibbutz israeliani. Tel Aviv si è impegnata invece a liberare circa 150 ostaggi palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. Insieme alla liberazione degli ostaggi è stato trovato un accordo anche per quanto riguarda la tregua: almeno 4 giorni con possibilità di proroga in caso di ulteriori accordi. Ma l’entusiasmo per la rinnovata intesa è calato immediatamente dopo le parole del governo di Israele.
A prendere la parola nelle ultime ore è stato Yaov Gallant, ministro della Difesa nel governo guidato dal primo ministro Benjamin Netanyahu. Non sono parole di distensione quelle del ministro, secondo cui il conflitto durerà ancora a lungo. La tregua, ascoltando le parole di Gallant, sarà piuttosto breve e terminerà in pochissimi giorni. Successivamente la guerra riprenderà e sarà lunga. “Si prevedono altri due mesi di guerra“, ha affermato Gallant rivolto a propri soldati dell’esercito israeliano. La pausa “sarà breve” ha riferito, mentre i combattimenti riprenderanno subito dopo la fine della tregua.
Già lo stesso Netanyahu aveva detto che si sarebbe trattato di una tregua temporanea, smorzando l’entusiasmo di chi sperava in un cessate il fuoco duraturo. Il premier israeliano ha infatti affermato che i i combattimenti ricominceranno “immediatamente dopo la fine della tregua“. I due mesi di guerra previsti da Yaiov Gallant non fanno presagire nulla di buono per i civili palestinesi, inevitabili vittime tra i due fuochi incrociati dell’esercito israeliano e di Hamas. Ma la realtà racconta che Gaza è ormai una città allo stremo delle forze e che gran parte della sua zona nord è ormai distrutta. Resterà da vedere in questi due mesi di ulteriori combattimenti dove si spingerà l’esercito israeliano.