La Striscia di Gaza rasa al suolo, nel frattempo Joe Biden rivendica la necessita di mediare in favore della pace.
Venerdì 24 novembre, alle 16.00 in punto, un silenzio assordante e rumoroso ha invaso le strade di Tel Aviv. Nel frattempo Gaza – ormai abituata al frastuono delle bombe, al pauroso sibilo dei proiettili e all’invadente richiamo delle sirene – è tornata ad udire il fruscio del vento e il respiro dei sopravvissuti. In entrambe le nazioni tutto tace. I governi in opposizione infatti hanno rispettato gli accordi in merito alla pausa umanitaria di quattro giorni, la quale contempla il rilascio di alcuni degli ostaggi. Le famiglie si sono riunite nelle piazze israeliane, in attesa di scoprire l’identità dei pochi fortunati che hanno finalmente abbandonato le basi terroristiche.
Ventiquattro israeliani – di cui quattro bambini – e dieci thailandesi, accompagnati dalle forze armate, sono crollati avvolti dalle braccia dei famigliari. Nel frattempo trentanove palestinesi hanno potuto fare ritorno nella propria terra, ormai devastata dal conflitto. E mentre Netanyahu e Hamas ribadiscono le proprie posizioni – sostenendo reciprocamente la causa bellica – i civili mostrano, per la prima volta forse, un sincero sostegno reciproco. Sono loro le vere vittime del conflitto, succubi dell’ideologia di coloro che li governa e quindi costretti a pagarne le conseguenze a caro prezzo. Nel frattempo anche Joe Biden dice la sua.
Dopo il disastro
L’attentato consumato lo scorso 7 ottobre non lasciava margine al dubbio. Le nazioni non poterono fare altro che esprimere la propria solidarietà allo Stato di Israele, un atto dovuto e necessario, in modo da dissociarsi dal massacro della popolazione residente al confine con la Striscia di Gaza. Tuttavia, la reazione spropositata di Netanyahu ha provocato un significativo capovolgimento. Quello che doveva nascere come un piano di contrasto ai danni dei terroristi, si è invece trasformato in un’ingiustificata carneficina di massa.
Ed ecco che il sostegno della comunità internazionale ha cominciato a vacillare. Gli Stati Uniti ora vogliono la pace e il rilascio degli ostaggi rappresenta solo il primo tassello. “Ci aspettiamo che gli altri siano rilasciati domani e dopodomani” – le dichiarazioni di Joe Biden – “La soluzione a due Stati in Medioriente è ora più importante che mai”. Pensiero quindi che rifiuta implicitamente le intenzioni di Netanyahu, il quale, in più di un’occasione, ha sottolineato la sua volontà di “prendere il controllo della sicurezza di Gaza”. Per quanto le dichiarazioni del Presidente possano essere percepite come corrette, la storia insegna che Israele e Palestina non siano in grado di accettare una convivenza geopolitica.