Uno scandalo travolge Re Carlo III, in carica dalla scomparsa della Regina Elisabetta II. Il sovrano sfrutta il denaro dei defunti.
Benché rappresenti una realtà dura da digerire per la Royal Family, è bene tenere presente che il sovrano regnante non gode di particolare appoggio dai suoi sudditi. I cittadini britannici lo accettano in quanto residente di Buckingham Palace e legittimo erede al trono, tuttavia è innegabile che il loro coinvolgimento sia indirizzato più al figlio William che al nuovo monarca. Il re ultrasettantenne inoltre, per quanto goda di ottima salute, non potrà certo regnare per sessant’anni come la madre e dunque avrà a disposizione un tempo più modesto per conquistare la fiducia della popolazione.
Quanto accaduto nelle ultime ore poi getta nell’ombra l’onestà e la correttezza del monarca. The Guardian infatti ha diffuso un’inchiesta infelice, nella quale Carlo III viene accusato di sfruttare il patrimonio dei defunti per scopi personali e privati. Il noto giornale si riferisce ad una delle tradizioni più antiche applicate sul suolo britannico, ovverosia la bona vacantia – la legge per cui l’eredità dei defunti – scomparsi nel Ducato di Lancaster – che non viene reclamata dai famigliari finisce direttamente nelle casse dello Stato. Un fondo dal quale Buckingham Palace può accedere legalmente per ristrutturare le lussuose residenze di famiglia.
Carlo III e i soldi dei defunti
Il problema, in tal caso, nasce dall’inevitabile confronto con l’eterna Regina Elisabetta II. Benché la sovrana avesse diritto di recuperare i soldi dei defunti di Lancaster, quest’ultima preferì indirizzarli alle diverse organizzazioni benefiche sul territorio, in modo da sfruttarli per le ristrutturazioni delle residenze storiche e istituzionali. Negli ultimi 10 anni infatti, Elisabetta II amministrò oltre 60 milioni di sterline, destinandoli periodicamente al bene pubblico. Il fondo viene di fatto considerato come una sorta di banca di denaro gratuito, al servizio dei liberi cittadini.
Sembra tuttavia che Re Carlo III abbia manifestato un atteggiamento più venale, violando in tal modo quello che era un tacito accordo tra monarchia e cittadini, per cui gli introiti provenienti dai defunti non dovrebbero in nessun modo avvantaggiare il Re. A questo proposito, mentre il diretto interessato ha risposto come di consueto con silenzio stampa, molti sono intervenuti in difesa del monarca. I soldi del Ducato di Lancaster infatti non sono amministrati direttamente dalla Royal Family, bensì dal vice primo ministro Oliver Dowden. Egli stesso consentì al sovrano di recuperare dal fondo 26 milioni di sterline, la cui cifra dovrà bastare al re per tutte le spese future. Laddove si fossero verificate delle violazioni, se ne sarebbe dovuto accorgere.