Non se n’era accorto nessuno e un semplice guasto ha fatto inabissare il sottomarino. Una tragedia sfiorata
A volte basta davvero poco per raggiungere una situazione di pericolosità estrema in cui è in gioco la vita stessa. È quello che è successo alcuni giorni fa a dei militari della Royal Navy britannica.
Un episodio che ha scatenato grande preoccupazione tra gli osservatori e che racconta di una vera e propria tragedia sfiorata. Durante un pattugliamento di uno dei sottomarini nucleari della marina britannica, questo ha rischiato di inabissarsi con conseguenze disastrose. Ecco che cosa è successo.
Una profondità pericolosa
Uno dei sottomarini Vanguard della Royal Navy, in quel momento equipaggiato con missili a testata nucleare Trident, ha rischiato di inabissarsi mentre era in missione nell’oceano Atlantico. Durante il suo pattugliamento, infatti, il sottomarino ha subito un malfunzionamento di grave entità. Il danno ha provocato quindi l’immersione del sottomarino, il quale si è avviato ad una quota di profondità considerata piuttosto pericolosa. Quella che stava per raggiungere, infatti, è considerata una quota di “schiacciamento”. Un modo per dire che, se avesse raggiunto quella profondità il sottomarino – che tra l’altro trasportava dei missili nucleari – rischiava di esplodere, con tutte le conseguenze del caso.
Erano circa 140 i membri dell’equipaggio a bordo del sottomarino di classe Vanguard in missione nell’Atlantico. Ad un certo punto del pattugliamento il profondimetro si è guastato in maniera improvvisa. Una situazione che ha gettato nel panico gli ingegneri presenti nel sottomarino. Tuttavia, prontamente sono riusciti ad evitare che il sottomarino potesse risalire solo pochi secondi prima che accadesse il disastro. Il guasto degli indicatori di profondità ha erroneamente fatto credere all’equipaggio che il sottomarino si trovasse a normali livelli di profondità. Tuttavia, nel retro del sottomarino gli ingegneri – grazie ad un secondo indicatore – si sono accorti che stavano per entrare nella zona di pericolo.
In quel momento è stato lanciato l’allarme anche se – come ricorda una fonte anonima al Sun – non sarebbe compito degli ingegneri controllare la profondità in cui sta navigando il sottomarino. Nel momento in cui è scattato l’allarme il sottomarino si trovava però ancora ad un livello accettabile in cui è possibile operare. Oltre quella profondità però sarebbe entrato in una zona di alto pericolo e a rischio distruzione. Ad oggi non è noto a quale profondità stava operando il sottomarino. Tuttavia, secondo Military Today, è accettabile dire che l’equipaggio si trovava ad una quota di circa 500 metri.