Israele rischia di dover rispondere all’accusa di violazione del diritto internazionale e crimini di guerra: il dibattito su Al-Shifa.
In guerra, i civili perdono la vita inevitabilmente. Tuttavia, esistono delle leggi che normano la morte. Tra queste troviamo il divieto assoluto di colpire le strutture sanitarie ove rifugiano pazienti, civili e soggetti fragili. La violazione del diritto internazionale umanitario presuppone necessariamente un processo per crimini di guerra. Proprio su questo si è acceso un importante dibattito che vede protagonista lo Stato di Israele. Quanto accaduto presso l’ospedale Al-Shifa, travolto dalla furia dell’esercito e dalla potenza delle bombe, ha alimentato indignazione e sgomento.
L’intelligence israeliana sostiene che Hamas utilizzi i civili come scudi umani, approfittando delle limitazioni espresse dal diritto internazionale umanitario. Il governo ha ragione di credere che Al-Shifa nasconda una fitta rete di tunnel e basi militari terroristiche, dalle quali i miliziani organizzano le operazioni e gli attacchi contro la popolazione israeliana. Laddove Netanyahu dovesse provare le veridicità di suddette teorie, è possibile che la Commissione Europea riveda la sua posizione in merito all’attuazione di un processo internazionale. Esiste infatti un cavillo che consente ai leader di colpire le strutture sanitarie, solo laddove si provi un loro utilizzo improprio che va oltre la semplice assistenza civile e medica.
Netanyahu ha bisogno di prove
L’esercito israeliano ha fatto irruzione all’interno dell’ospedale Al-Shifa tra il 14 e il 15 novembre. I soldati hanno poi diffuso dei video che riprendono i corridoi della struttura sanitaria. Hanno quindi rinvenuto armi, munizioni, computer – con i quali i miliziani avrebbero diffuso le riprese degli ostaggi – ma anche tunnel sotterranei, possibilmente sfruttati dai terroristi per spostarsi senza il rischio di essere uccisi. Si tratta tuttavia di meri indizi, non sufficienti ad evitare un processo internazionale per crimini di guerra.
Tuttavia, nella settimana corrente, l’intelligence israeliana ha esposto delle prove più concrete. In primo luogo le telecamere di sorveglianza hanno ripreso dei miliziani di Hamas insieme a due ostaggi, di cui uno ferito gravemente, entrare all’interno di Al-Shifa e sparire nell’ombra. In seconda battuta l’esercito ha individuato un tunnel di 55m, costruito a 10m di profondità, che conduce ad una porta blindata a prova di esplosione, al momento inaccessibile. E’ possibile quindi che al suo interno si nasconda una base terroristica operativa, la cui speranza si associa all’eventuale rilascio degli ostaggi – trattenuti da settimane nel sottosuolo di Gaza. Netanyahu potrebbe trovarsi ad un punto di svolta.