Javier Gerardo Milei, nuovo Premier dell’Argentina, si prepara ad una rivoluzione: le ideologie sostenute da el loco fanno discutere molti.
Javier Gerardo Milei rappresenta la novità, l’eccentricità e soprattutto un’inconsueta via d’uscita dalla crisi dilagante. Parliamo di un uomo che sostiene di aver assistito in prima persona alla resurrezione di Gesù per ben tre volte. Un’illuminazione spirituale, questa, che gli consentirebbe di prendere persino tè e biscotti con Dio – che lui definisce “il numero UNO” – e di chiacchierare con il suo amato Conan, maestoso mastino morto nel 2017. Tra i suoi amici di vecchia data troviamo criminali e gangster, reclusi e vincolati dietro le sbarre per omicidio e corruzione.
“Un pedofilo in un asilo con bambini incatenati e unti con la vasellina” – così ha definito lo Stato, lo stesso di cui ora detiene il potere. Il suo obiettivo risiede nella formazione di un governo composto da soli otto ministri, nel quale le figure cardine sarebbero quattro donne: la sorella Karina, che egli considera la sua First Lady; la compagna Fàtima Florez; Victoria Villarruel, che diventerà vicepresidente ed infine Lilia Lemoine, una terra-piattista amante dei cosplay.
El loco diventa Presidente
La spettacolarizzazione della politica rappresenta una delle più fastidiose piaghe della cultura occidentale. I diplomatici si impegnano più a colpire l’opinione pubblica tramite show, battute e gag, piuttosto che attraverso un programma degno di chiamarsi tale. Nei periodi di crisi poi, i cittadini amano affidarsi a personalità determinate, anche quando tale determinazione comporta la manifestazione di atteggiamenti poco consoni al ruolo di Capo di Stato. E’ accaduto negli anni ’30 in Germania con Adolf Hitler e prima ancora in Italia con Benito Mussolini. Ora, tocca all’Argentina: El loco è stato eletto Presidente.
Un soprannome simpatico coniato dai suoi compagni di classe, “il pazzo” – un appellativo non troppo distante dalla sua personalità attuale, considerando il metodo di gestione della campagna elettorale. Si è presentato ad un dibattito con una motosega attiva sotto braccio, un emblema inusuale associato al taglio della spesa pubblica e dello stato sociale. Tra le sue promesse, Javier Gerardo Milei garantisce la dollarizzazione dell’economia, la distruzione della Banca centrale, la soppressione di ben 12 ministeri e il ridimensionamento dell’inflazione.
Un premier che, oltre a mostrarsi sensibile rispetto alle politiche interne del paese, ha dichiarato apertamente di essere contro l’aborto, ma favorevole alla vendita degli organi, alla creazione di un mercato per le adozioni, alla privatizzazione della sanità e dell’istruzione ed infine deciso nella lotta contro l’ideologia di genere. Ed è proprio in nome di questo che la decisione espressa da oltre il 53% degli argentini risulta paradossale. In un clima di precarietà si sceglie un deputato incline alla privatizzazione, una manovra che comporta inevitabilmente un maggior dispendio di denaro in merito al servizio. Un voto che nasce, forse, più dalla simpatia che dall’idoneità del programma proposto dal candidato.