Nemmeno in casa sua sembra esserci un clima sereno e per nulla teso. Ora Biden ha un problema con il Pentagono
Quello che stiamo vivendo è senza dubbio un periodo incredibilmente instabile dal punto di vista geopolitico e militare.
Mai come dalla Seconda Guerra del Golfo – se non addirittura dalla Seconda Guerra Mondiale – così tante nazioni erano state impegnate in combattimenti e conflitti anche molto sanguinosi. Ma ora, oltre a quelli in Ucraina in Medio Oriente (vedi Israele e Strisci di Gaza) Biden sembra avere un problema anche con il Pentagono. Ecco che cosa sta succedendo.
Troppi soldati americani nel mirino
Siamo ormai a più di un mese e mezzo dall’inizio del conflitto tra Israele e Hamas e a quasi due anni dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina. Benché molto gravi e, purtroppo, evidentemente sanguinosi, le tensioni miliari nel mondo non riguardano solo l’Est Europa e la Striscia di Gaza. Lo sanno molto bene i soldati americani, che ormai da qualche mese sono vittime di continue minacce da parte di milizie sciite guidate dall’Iran. Una situazione di fragilità che sta provocando un grande problema per Biden con il Pentagono.
Secondo fonti del Washington Post, infatti, inizia a circolare un certo malumore tra i corridoi del Pentagono. Alcuni funzionari della Difesa Usa si stanno chiedendo che strategia sta adottando il Presidente degli Stati Uniti alla luce dei continui attacchi delle milizie nei confronti delle basi Usa in Siria e Iraq. Le milizie sciite controllate dall’Ira, infatti, hanno preso di mira le basi americane nella regione mediorientale. Sono ben 61 gli attacchi nell’ultimo mese e mezzo, un vero balzo in avanti se paragonato agli 81 fatti registrare tra gennaio 2021 e marzo 2023. Sembra, infatti, che gli Hezbollah e le milizie coordinate dall’Iran vogliano far aumentare di molto la tensione della regione, magari nella speranza di un errore americano.
Per questo gli Usa avrebbero deciso di non rispondere al fuoco e compiere dei piccoli raid mirati. La paura, infatti, è quella di compiere vittime tra i civili. Un gesto che verrebbe giudicato con enorme intolleranza, soprattutto in Iraq, dove gli Stati Uniti hanno deciso di non rispondere e dove inizia a regnare un malcontento evidente relativa alla presenza degli americani. Dunque, la strategia americana – almeno per ora – è quella di non giocare “all’occhio per occhio e dente per dente” e attendere le condizioni ideali per gestire al meglio la situazione. Una scelta che, però, non gode del benestare del Pentagono. Non sono infatti mesi facili per la Presidenza Biden.