Sì, come bambini. E’ stata infantile la reazione di Biden dinanzi ad una domanda. Non più disinvolto è apparso Trudeau contestato per Gaza.
Li osservi nelle passarelle diplomatiche e nelle foto ufficiali e pensi che se la cavano, più o meno. Certo, devi far finta di non vedere Joe che inciampa, che perde il filo, scambia nomi e date. Ma pensi all’altro, Donald, il roscio malefico che mastica vendetta, e riesci perfino a pensare che c’è di peggio. Non arrivi al punto di pensare che Joe è una benedizione, ma fingi di credere che sì, possiamo sopportare anche questa disgrazia.
Ma ecco che arriva una gaffe clamorosa, l’ennesima, al punto che i numeri non riescono più tenerne il conto. E pensi che tutte le gaffes di tuti i Biden possibili si siano riversate su questa singola vita, rendendola densa di fastidi e fredda di sudori improvvisi, per i malcapitati che hanno la fortuna di giragli attorno, e rendere passabile la minestra della buona amministrazione americana. Ecco, l’ultima è già epocale, con un Biden che ricuce con seta sottile i rapporti con uno Xi Jinping diventato l’ombra nera della geopolitica, capace di spostare equilibri cruciali su ogni scenario, dall’Ucraina al Medio Oriente.
L’incontro, dopo anni di gelo polare, non è stato deludente, dicono le parole misurate dei comunicati ufficiali. E ci sono anche le parole ufficiali, con Biden che parla ed il Segretario di Stato Antony Blinken che osserva e trema come dinanzi ad una sentenza annunciata. E arriva, infatti. La domanda è semplice e perfida, come un indovinello allo scemo del paese. Sai che non coglierà il tranello e portai prenderlo in giro, come il giorno prima ed il giorno prima ancora. Considera Xi Jinping un dittatore? Chiede qualcuno e Blinken in quell’istante si sarà sentito come chi vede, al rallentatore, una pallottola partire. Si, lo è dice Joe. E capisce l’enormità dell’inciampo un attimo dopo, e fugge come un bambino, con le domande che lo inseguono invano.
Due scene pietose e imbarazzanti
E’ più giovane Justin Trudeau, il premier canadese. 51 anni, ne dimostra molti meno. Gaffe memorabili non sembrano tracciare il suo cammino. Se ci sono stati inciampi stile Joe, memorabili non erano. Ma la fuga dal ristorante di Vancouver dove improvvidamente giocava a fare il liberal, leader della gente tra la gente, sì sarà ricordata.
Il Canada ha avuto la nefasta idea, insieme all’amate Inghilterra di astenersi il 27 Ottobre sulla risoluzione Onu per la sospensione dei bombardamenti sui civili di Gaza. Una decisione infame, che vale moralmente quanto il voto contrario di Stati Uniti ed Israele. Trudeau avrà pensato che la pratica era archiviata, più o meno. Non ha congiunti all’ospedale al Shifa di Gaza, non ha ostaggi lì che possono essere uccisi da un momento all’altro, da Hamas o dalle bombe dell’ennesimo folle che ci ha regalato la Storia, Bibì. E invece no.
Gli scempi su quella povera terra sono diventati insostenibili, ostinatamente sulle prime pagine come ostinata è stata la rappresaglia. E la gente in strada, nauseata, ovunque. Ma Justin non ha capito ed è andato al ristorante, una di queste sere. Ed ecco che il mondo è entrato nel suo mondo finalmente. E ha capito, subito anche lui, ed ha preso il largo come un ragazzino che scende in strada per menare le mani e comprende che sarebbe stato meglio restare a casa, almeno per quella sera. Justin fugge, come Joe. Due bambini ed il mondo in fiamme. Ecco in che mani siamo.