Francesco accoglie e manda via

E’ riuscito, sgomitando, a guadagnarsi un ritaglio sui giornali, Francesco. Un’ incursione nel mondo di emarginati e oppressi. Ma non a Gaza.

Tra un ospedale al collasso e morti la cui conta tracima ad ogni istante la fragile paratia dei numeri giornalieri irrompe il nuovo foglio della Cristianità. Lontano dal sangue e dalla polvere, gioca una partita di dottrina e proselitismi, in quella terra bruciata che è la guerra di retroguardia del Cristianesimo, da quando sembra di essere rassegnato a combattere con i tempi, invece di trascenderli.

papa Francesco cosa succede con l'arcivescovo
Se contraddite Francesco vi manda via-Credit ANSA-Rationalinternational.net

 

E’ stato un fuoco immenso che sembra spegnersi, di anno in anno, come un astro destinato a conchiudersi in se stesso, e sparire. La cupa sensazione di questo declino segna indelebilmente il pontificato di Bergoglio. Il timore di essere superato dalla polvere alzata di una vita che corre più veloce, detta tempi e significati. Contenuti e linguaggi sono conseguenza di questa paura che toglie il sonno al Cristianesimo. Perché il segno è quello noto, e desolante: il deserto. Non quello dove ritrovare sé stesso ma quello, malinconico, dove cercare qualcuno. Sembra doversi leggere attraverso questa lente il documento che sembra volato via da una finestra aperta del Dicastero per la Dottrina della Fede a fine Ottobre.

Un mese iniziato con una strage e continuato con una vendetta che si avvicina al genocidio, ogni giorno che passa. Ma non è abbastanza per fermare la riconcorsa ai tempi che fuggono, in certe stanze. Ed ecco che il foglio vola via, in ossequio alle cose che vengono prima, per alcuni, quando temono di essere irrimediabilmente in ritardo. Il documento è una preda perfetta per la stampa di prima pagina, che circoscrive i passaggi più facili da smerciare come bovini feriti di una mandria irrequieta, e altrimenti difficile da raccontare.

Poca pazienza con i nemici

Sì al battesimo per i figli di coppie gay. Le persone transessuali madrine di battesimo e testimoni di nozze” dicono i resoconti bugiardi, tirando una linea dritta dove se vai a leggere trovi un arabesco, pieno di distingui, pendii e passarelle nel vuoto. Il messaggio che in trasparenza si rivela è altro rispetto al resoconto che ne viene fatto, narrato come fosse la firma di una mano esausta in calce ad una resa incondizionata. Ma le premesse del documento sono altre, e ben nascoste. Il testo sembra cercare gli emarginati e gli esclusi, coloro che nascono dove c’è l’errore e si apre loro la porta della Grazia.

Si parla di pentimento, e di ritorno. Il foglio è ben inchiodato nella Dottrina. E tuttavia la narrazione di esso viene affidata alla verità di comodo della stampa, non dispiaciuta di narrare una sorta di mea culpa della Chiesa, un ravvedimento e un’espiazione. E degno di nota è qui il silenzio dinanzi a questa verità rovesciata, proprio nelle stanze dove si dovrebbe leggere quanto raccontato su quel foglio e porre rimedio alle cattive interpretazioni. E invece no, perché la narrazione di un Francesco che rammenta gli errori di una dottrina intransigente, allenta i nodi e lascia correre, in ragione di un abbraccio universale che è prosaico quieto vivere fa comodo, alla fine.

Georg Ganswein arcivescovo
Georg Ganswein arcivescovo -Credit ANSA-Rationalinternational.net

 

E’ l’ultima strategia rimasta, anche quando la porta non resta mai incondizionatamente aperta. E’ tuttavia non è politicamente corretto farlo capire. Non è utile, soprattutto. Meglio non farsi troppi nemici, e farli entrare, anche a costo di un fraintendimento. Si entra, dopo qualcuno si accorgerà di essere al convivio sbagliato.

Ed erano sbagliati alcuni degli invitati, ci dicono altre cronache che smentiscono il mito dell’accoglienza incondizionata costruito intorno a Francesco. Bastano due nomi – e non due qualunque – a ristabilire la prospettiva cambia. I nemici veri si tengono dentro, chiusi nel locale lavanderia dove si lavano i panni. L’ultimo è quello di monsignor Joseph Strickland accomiatato dal governo pastorale della diocesi statunitense di Tyler, per aver mostrato eccessiva fedeltà alla dottrina tradizionale sui temi che sono il cuore della propaganda di Bergoglio e battito nascosto delle sue trappole: matrimonio, libertà religiosa e vita.

Ma il primo che viene in mente è padre Georg Gänswein, segretario e confidente di Ratzinger. Con il papa emerito in vita ma vacillante Georg risulta assente alle udienze di Bergoglio. Se per scelta propria o altrui, sarà impossibile sapere la verità, come è buona tradizione dei luoghi depositari della verità. Dopo la scomparsa di quest’ultimo Georg è durato un amen. Partito per Friburgo e chi l’ha voluto allontanare sembra non abbia avuto particolare pazienza. Resta senza incarichi, nonostante l’appeal, l’esperienza e la ancora giovane età. E c’è chi è pronto a giurare che sono questi i nodi. Meglio un Bergoglio, vacillante anch’esso, che porta avanti la sua strategia di proselitismo confondendo un po’ le carte e chiedendo alla stampa di fare il resto. Dietro la mura, rimane la resa dei conti nello stile di sempre. E almeno qui la tradizione è rispettata. Nella forma e nella sostanza.

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