Eccidio di Hamas, Kiev accusa Putin

All’assemblea generale dell’Onu il 27 Ottobre gli Stat Uniti hanno votato contro la richiesta di cessate il fuoco a Gaza, la Russia a favore.

Un voto che è la radiografia di un male oscuro e dalle sue insensate derive. Questo è l’oscillare della geopolitica in cerca di un approdo mai raggiunto e mai sicuro, se un giorno comparisse alla vista, questo approdo. Il crudele sostegno degli Stati Uniti alla distruzione di Gaza e il cessate il fuoco chiesto dalla Russia parlano il linguaggio dell’ambiguità senza regole proprie né confini. Ma Washington continua a fasi legare mani e piedi dalla follia di Netanyahu quando da tempo avrebbe dovuto legare la sua politica alla macina del mulino e cercare acque abbastanza profonde per liberarsene.

Guerra in Ucraina cosa succede
Eccidio di Hamas, Kiev accusa Putin-Credit ANSA-Rationalinternational.it

 

E tuttavia la Casa Bianca pensa di avere un ruolo di mediatore, negli scenari futuri, sempre che non siano solo fosse comuni e macerie, dopo aver difeso Gaza con qualche parola ad effetto per lamentare i morti tra i civili. Ma a New York diceva sì alle bombe. Putin ha giocato una partita diversa, come in uno specchio convesso. Guerra senza ripensamenti in Ucraina ma richiesta di cessate il fuoco a Gaza. Ed è forse questo che nel giro di pochi giorni ha causato il solito bisbiglio di Kiev contro il Cremlino, accusato questa volta di essere dalla parte di Hamas.

Cremlino origine di tutti i mali

Certo il diversivo provocato dal nuovo conflitto in Medio Oriente sullo scacchiere mondiale non è una chance da poco per Mosca. Il Cremlino che ha visto improvvisamente un Occidente già stanco di Kiev quasi sollevato dal distogliere lo sguardo e crucciarsi per una nuova crisi. Un disastro che, per l’ennesima volta, non è riuscito a prevenire né a curare, benché l’avesse sotto gli occhi da sempre, come per il Donbass.

Ucraina distruzione totale
La situazione nelle cittadine ucraine-Credit ANSA-Rationalinternational.it

 

Ma tutto passa da Washington e lì si pettinano le solite bambole mentre la terra brucia.

Dopo si fa la voce grossa e si cerca di rimediare al disastro con un altro fino a quando le tragedie implodono su loro stesse i conflitti si risolvono nell’inedia o per sfinimento. Se va male si fugge come cani cacciati con le pietre, come a Kabul, lascando macerie. Guardiamo a quello che resta di Gaza e cerchiamo un filo logico nel disastro. Non è facile e nessuno vorrebbe farlo, quasi si deve tirare a sorte. Quel voto del 27 Ottobre ci dice che la Russia si prepara ad avere un ruolo in Medio Oriente, quali siano le idee di Kiev circa i legami tra il Cremlino ed Hamas. Ma tra i pensieri che disturbano il sonno a Kiev c’era anche quella di una responsabilità di Mosca per il sabotaggio al Nord Stream, sul Baltico. Un anno dopo la stampa americana punta il dito proprio sugli ucraini e fa nomi e cognomi. Persone non lontane da Zelensky.

Ma qualcuno ha cura di far sapere che il comandante in capo non sapeva nulla. Come dire che che il ministro degli Esteri russo Sergej Viktorovič Lavrov fa pianifica di distruggere la Hamburg Hbf la più grande stazione ferroviaria della Germania ed il povero Putin non ne sa niente. Surreale mondo quello della geopolitica. E a proposito di innocenti, la candida Kiev non ha votato per il cessate il fuoco mentre gli innocenti morivano a Gaza. Così come Canada, Australia, Inghilterra, Germania e Italia. Un’astensione che è peggio di un voto contrario, tanto è ipocrita. Figura oscena dell’Europa e dell’Occidente. Il primo che è senza peccato scagli la prima pietra.

 

 

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