La ragazza è accusata di estremismo e ora rischia una condanna di 12 anni. Attivisti in Russia con il bavaglio
Si può andare in carcere perché la si pensa diversamente dal leader? In Russia il più delle volte la risposta è purtroppo sì.
Lo sa molto bene Ksenia Fadeyeva, attivista e politica russa. La donna è stata infatti arrestata dalla polizia e condannata dal Tribunale russo per via delle sue idee e attività politiche svolte in Russia. Ora rischia di passare almeno 12 anni in un carcere russo.
In carcere per una bravata
Alcuni giorni fa un tribunale della Federazione russa ha arrestato e rinchiuso in carcere Ksenia Fadeyeva. Si tratta della leader dell’opposizione e alleata di Alexei Navalny, anche lui condannato in carcere dopo essere stato avvelenato e salvato per un soffio dai medici tedeschi. La donna è stata incarcerata con l’accusa di “estremismo” e ora rischia una pena esemplare: ben 12 anni di carcere. La Fadeyeva è considerata dai suoi sostenitori come un difensore dei diritti umani e nemica della corruzione politica in Russia. Anche Navalny quest’anno ha ricevuto una nuova condanna per estremismo. Dovrà passare in carcere i prossimi 19 anni.
Ma Navalny e Fadeyeva non sono gli unici oppositori del regime di Mosca ad essere stati arrestati con accuse piuttosto pesanti. Dall’inizio della guerra in Ucraina, infatti, sono stati numerosi gli attivisti arrestati per aver semplicemente espresso una loro opinione divergente da quella emanata dal Cremlino. Tra queste vi è Alexandra Skochilenko, trentatreenne attivista russa condannata a 7 anni di carcere in Russia.
L’artista 33enne di San Pietroburgo aveva infatti deciso di realizzare una delle sue “opere” nel cuore della Russia, esprimendo il suo dissenso contro la guerra. Sasha aveva infatti scambiato alcuni cartellini dei prezzi dei supermercati della città con dei messaggi che condannavano la guerra e l’invasione dell’esercito russo in Ucraina. Tra i messaggi più “forti” ce n’era uno contro il lancio dei missili sulle città ucraine. “L’esercito russo ha bombardato una scuola d’arte a Mariupol – recitava un messaggio – dove c’erano circa 400 persone che si rifugiavano dai bombardamenti”. Mentre un altro messaggio recitava: “Le vite dei nostri figli sono il prezzo di questa guerra”.
La Skochilenko era stata arrestata nell’aprile del 2022 dopo che una delle clienti del supermercato aveva segnalato la trentatreenne mentre sta scambiando i prezzi con i suoi messaggi. La denuncia è arrivata per aver violato una legge “contro le notizie false”. Una norma che, appunto, è stata introdotta proprio durante la guerra in Ucraina. In Russia non possono essere diffuse informazioni sulla guerra in corso in Ucraina, a meno che questi non sposino perfettamente la versione approvata dalla propaganda del Cremlino