L’incredibile vicenda dell’omicida (l’ennesimo) che è stato graziato da Putin e integrato nell’esercito di Mosca
La guerra in Ucraina scatenata dalla Russia ha stravolto gli asseti geopolitici e internazionali, ma non solo.
L’enorme costo in termini di vite umane da parte dell’esercito russo – che ha perso un numero indefinito di uomini durante l’attacco del febbraio scorso 2022 – ha convinto Putin a fare alcune eccezioni alle regole sulla giustizia interna. Per reintegrare personale nell’esercito, infatti, anche se hai ucciso puoi essere libero.
Aveva ucciso la Politkovskaya: graziato da Putin
Sta facendo molto discutere la decisione di Vladimir Putin di concedere la grazia a Sergey Khadzhikurbanov. L’uomo era stato condannato dal tribunale di Mosca per aver ucciso nel 2006 la famosa giornalista russa Anna Politkovskaya. Tuttavia, l’omicida è stato graziato dal presidente russo e ha ottenuto la libertà dopo essere stato arruolato nell’esercito di Mosca. Khadzhikurbanov ha infatti firmato un contratto con il ministero della Difesa russo e ora può considerarsi una persona libera. Una notizia che ha fatto il giro del mondo dopo essere stata diffusa dagli stessi organi di stampa russi e ripresa dai giornali ucraini.
La famiglia della storica giornalista ha commentato la vicenda giudicandola una “mostruosa ingiustizia“. Secondo quanto riportato da fonti locali Khadzhikurbanov avrebbe prolungato il suo contratto con il ministero della Difesa russo dopo aver già preso parte alla guerra in Ucraina, non sono stati forniti ulteriori dettagli. Il suo avvocato, Aleksey Mikhalchik, ha confermato che il suo assistito è effettivamente libero dopo aver partecipato “all’operazione speciale come detenuto. Successivamente è stato graziato e ora partecipa come militare civile“. L’avvocato ricorda che Khadzhikurbanov aveva già lavorato per le forze speciali russe negli anni ’90 e e che la sua “esperienza” si è rivelata molto utile per l’esercito di Mosca.
Anna Politkovskaya è stata uccisa il 7 ottobre del 2006 nell’androne del palazzo in cui abitava. La donna fu uccisa in circostanze misteriose e non si è mai arrivati alla certezza che l’assassino fosse realmente Khadzhikurbanov. La giornalista lavorava per Novaya Gazeta ed aveva raggiunto una grande notorietà grazie alle sue inchieste sulla guerra in Cecenia e sulla corruzione della politica russa. Nel 2002 prese parte ai negoziati con i terroristi ceceni a seguito dell’attentato al teatro Dubrovka, mentre fu avvelenata in aereo due anni dopo. In quel frangente, infatti, la Politkovskaya fu richiesta per un’ulteriore mediazione in occasione dell’attentato nella scuola di Beslan, sempre da terroristi ceceni, ma le fu impedito di arrivare a destinazione.
La condanna di Khadzhikurbanov
La Politkovskaya fu una giornalista da sempre considerata “scomoda” per gli apparati di potere russi e Putin, all’epoca già presidente, non nascose mai il fatto di ritenerla una nemica. L’uccisione della giornalista, avvenuta proprio nel giorno del compleanno di Putin, è ancora oggi oggetto di dibattito. L’arresto e poi il processo di Khadzhikurbanov, infatti, fu da sempre visto come un giudizio imparziale e mai risolutivo sulla vicenda. Nel 2007 Khadzhikurbanov venne assolto, ma fu nuovamente arrestato per aver estorto denaro a Dmitry Pavlyuchenkov, anche lui condannato per l’omicidio della Politkovskaya.
Khadzhikurbanov fu condannato a 20 anni di carcere per il loro ruolo nell’uccisione della donna, fino alla scarcerazione avvenuta nei mesi scorsi. Secondo quanto si apprende dallo stesso avvocato di Khadzhikurbanov, l’uomo ha ricevuto “immediatamente un posto di comando” nell’esercito russo. Un posto di rilievo, dunque, nonostante la sua partecipazione all’uccisione di una delle giornaliste più talentuose e influenti dell’epoca. Quello di Khadzhikurbanov non è il primo caso di grazia concessa ad un uomo condannato in Russia. È di alcune settimane fa la notizia della liberazione di un ragazzo condannato dopo aver violentato e ucciso con decine di coltellate la sua ex fidanzata. Ora anche lui è libero di combattere in Ucraina. A quanto pare, infatti, l’esercito di Putin – dopo le pesanti perdite subite in Ucraina – sarebbe a corto di uomini. Dunque Putin ha deciso di emanare un decreto che concede la grazia ai carcerati che decidono di arruolarsi nell’esercito.