La situazione si sta facendo sempre più tragica nella Striscia. E ora a Gaza sono tantissimi i neonati destinati a morire
Diventata ormai insostenibile la situazione all’interno della Striscia di Gaza, dove i civili continuano a morire sotto le bombe e al buio.
Con l’esercito israeliano che è sempre più vicino a conquistare la totalità di Gaza, si moltiplicano non solo gli scontri tra militari e miliziani, ma anche i morti tra i civili, soprattutto tra i più piccoli. In molti ospedali, infatti, i neonati sono destinati a morire.
Tutti gli ospedali sono assediati
Il 13 novembre le autorità di Hamas hanno comunicato che tutti gli ospedali presenti nella parte nord della Striscia di Gaza sono fuori servizio. Un comunicato che rende l’idea delle difficoltà a cui devono far fronte i medici e gli infermieri delle strutture ospedaliere, e di quanto siano precarie le condizioni di salute dei pazienti più fragili. L’esercito israeliano ha infatti deciso di prendere di mira gli ospedali della città dopo aver accusato i miliziani di Hamas di nascondersi e far fuoco dall’interno delle strutture ospedaliere.
In condizioni particolarmente difficili si trova l’ospedale Al Shifa, il più grande della Striscia di Gaza che è stato anche oggetti di bombardamenti da parte dell’esercito. Il viceministro della salute di Hamas, Yussef Abu Rich, ha affermato che “sei neonati nati prematuri sono morti per via dell’assenza di elettricità“. A loro si sono aggiunti anche nove pazienti in terapia intensiva che sono deceduti per via dell’impossibilità di dar loro una cura. La situazione negli ospedali appare infatti critica e la stessa struttura ospedaliera ha comunicato che medici e infermieri hanno dovuto praticare massaggi respiratori manuali a circa 40 neonati prematuri per evitare che questi morissero.
Tutta la Striscia di Gaza, infatti, è caratterizzata da un’altissima natalità e la presenza di bambini – anche in condizioni critiche – all’interno degli ospedali è un tema che viene richiamato anche dall’Oms. Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha infatti definito “drammatica” la situazione dal punto di vista sanitario, pubblicando un messaggio sul social X, ex Twitter. “Il mondo non può restare in silenzio – ha continuato Ghebreyesus – gli ospedali dovrebbero essere luoghi di pace“. Intanto si cerca di far evacuare il maggior numero di civili palestinesi rifugiati all’interno dell’ospedale Al Shifa. L’esercito israeliano ha infatti realizzato un corridoio di sicurezza per il trasferimento dei civili a sud della Striscia.