Rivelato il reale responsabile del sabotaggio al gasdotto Nord Stream: fu un colonnello delle forze speciali ucraine a dare l’ordine.
Il Nord Stream attraversa il Mar Baltico e, prima dello scoppio del conflitto, trasportava i rifornimenti di gas russo in Europa, passando per la Germania. Il 27 settembre 2022 le autorità individuarono delle falle sottomarine, collate sui condotti 1 e 2. Anomalia che insospettì di conseguenza il governo tedesco. Di fronte all’accusa di sabotaggio, Russia e Ucraina cominciarono ad addossarsi reciprocamente la colpa. Questo fino al mese di aprile 2023, quando il Comando per la difesa danese confermò la presenza di una nave militare russa, dotata di mini sommergibile, individuata in prossimità del gasdotto quattro giorni prima delle esplosioni.
Tuttavia, quello che sembrava un attacco nemico, a posteriori si è rivelato frutto della mente del colonnello delle forze speciali ucraine Roman Chervinsky. Quest’ultimo, in carcere dal 2022 per abuso di potere, ha inoltre sostenuto il presunto coinvolgimento del generale Valery Zaluznhy, comandante in capo delle forze armate di Kiev. “Tutte le speculazioni” – si è difeso il diretto interessato – “sono state diffuse dalla propaganda russa senza alcuna base”. Ad ogni modo, il dettaglio preoccupante risiede nella totale estraneità del premier Zelensky, un dato che alimenta irrimediabilmente la teoria secondo cui il presidente stia progressivamente perdendo consensi ed autorità.
Il colpevole è un ucraino
Come spiega il Washington Post, il 26 settembre 2022 Chervinsky avrebbe guidato sei soldati esperti in un’operazione speciale segreta. Il gruppo ha raggiunto il Nord Stream attraverso una barca a vela, affittata con false generalità, per poi piazzare delle cariche sui condotti del gasdotto. L’esplosione ha danneggiato tre dei quattro collegamenti, provocando la perdita di un’unità sostanziosa di gas, destinata al rifornimento delle nazioni europee occidentali. Il responsabile ha inoltre accusato il leader ucraino di aver ordinato il suo arresto in seguito alle critiche espresse pubblicamente.
Quest’ultimo, oltre ad accusare Zelensky di aver trascinato il paese in un conflitto che non era pronto ad affrontare, sostenne che Andriy Yermark – uno dei suoi più importanti consiglieri – non fosse altro che una talpa russa. Quanto accaduto dunque pone il focus del dibattito sulle tensioni crescenti tra leadership politica e corpo militare, una diatriba di potere che comporta un pericoloso indebolimento interno. Per quanto si tratti di rivelazioni confermate da un singolo individuo infatti, le illazioni di Chervinsky ai danni di Zaluznhy predispongono la sua figura ad una certa ambiguità.