Dopo la guerra tornano le centrali

Potrebbe essere il futuro del Continente, soprattutto a seguito delle grandi tensioni globali in termini di energia

La guerra è uno dei temi che, più di tutti – forse addirittura più della pandemia – caratterizzerà a posteri quest’ultimo decennio.

Dopo la guerra tornano le centrali
Si torna a parlare di centrali nucleari (Ansa) – Rationalinternational.net

Le tensioni hanno raggiunto dimensioni globali e tutti i Paesi sembrano aver raggiunto uno stato di allerta su tutti i fronti economici e politici. Ecco perché in Europa si è tornati a parlare prepotentemente di indipendenza energetica per la sicurezza e, ovviamente, di centrali nucleari. Presto, infatti, potrebbe esserci un piano che promuoverà la costruzione di nuovi impianti in tutto il Continente.

Si torna a parlare di centrali nucleari

Il tema dell’energia ha assunto un’importanza fondamentale dopo l’invasione della Russia in Ucraina. Da quel momento è stato scoperto il vaso di pandora, che ha mostrato come molti Paesi europei, tra cui Italia e Germania, erano fortemente dipendenti dal gas russo. Una problematica che ha portato l’Europa a guardare al futuro e a prevedere circa 450 miliardi di euro in investimenti per il rinnovo del parco di centrali nucleari attualmente in uso. La commissaria europea all’Energia, Kadri Simson, ha dichiarato che l’obiettivo è quello di “raggiungere la neutralità climatica entro il 2050”. E per farlo è necessario sfruttare tutte le fonti che si rivelano a basso contenuto di carbonio, tra cui appunto il nucleare.

Dopo la guerra tornano le centrali
L’Europa vuole aumentare la sua capacità energetica (Ansa) – Rationalinternational.net

Il progetto punta a rilanciare la produzione di energia atomica su tutto il continente europeo, in modo da essere sempre meno dipendenti da Stati esteri, come la Russia, gli Stati Uniti e alcuni Paesi del nord Africa. I circa 100 reattori nucleari attivi in Europa riescono attualmente a fornire circa il 22% del fabbisogno energetico dell’Unione. Ma la Commissione ha calcolato che, per poter mantenere una capacità di questo tipo, sostituendo le unità in disuso, saranno necessari investimenti di circa 450 miliardi di euro.

Per questo motivo è nata l’alleanza industriale europea, composta da membri dell’unione, rappresentanti dell’industria europea, ricercatori e regolatori. Secondo Simson, attualmente sono tre le sfide a cui l’Europa deve guardare: l’accessibilità economica e la sicurezza dell’approvvigionamento energetico; gli obbiettivi energetici e la leadership tecnologica dell’Europa. Il progetto è stato fortemente voluto dalla Francia, leader nella produzione di energia nucleare in Europa, coinvolgendo quindi Paesi, tra cui anche Regno Unito e Italia. L’obiettivo del progetto è quello di realizzare un numero minimo di 45 mini-reattori nucleari modulari entro il 2050. In questo modo si prevede la possibilità di aumentare di circa il 50% la capacità energetica europea.

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