Nessun uomo poteva evitare l’eccidio dell’8 Ottobre, se non gli stessi che l’hanno commesso. Ma quello di Gaza si, un uomo poteva impedirlo: Francesco.
C’è una piccola chiesa a Gaza, riferimento i Cristiani del luogo, pochi, e tra questi i Cattolici, pochissimi. Mille persone, cento i cattolici. Il complesso parrocchiale ha due scuole, la possibilità di accogliere indigenti e rifugiati, ambulatori per prestare cure e prima assistenza.
Nei giorni il cui Israele prometteva una rappresaglia senza precedenti Francesco ha fatto tutto quello che posso fare gli uomini di buone parole e cattiva volontà. Si è profuso in parole di pace che era pari al seminare nel fuoco, nel mare e nel deserto. Mille parole non avrebbero salvato una sola vita, e lui lo sapeva. Avrebbero pesato di più le sillabe strascicate di un Joe Biden che si fosse mostrato deciso a far venir meno il sostegno degli Stati Uniti ad Israele se l’esercito avesse deciso di colpire Gaza, indiscriminatamente, come ha fatto. Ecco solo loro due avrebbero potuto fermare il disastro. L’americano, 81 anni nato a Scranton, Pennsylvania 75 mila abitanti e l’argentino, che di anni ne trascina 86, nato a Flores un quartiere di Buenos Aires che di abitanti ne conta 150 mila. Nessun altro avrebbe potuto fermare Israele.
Solo parole, restando a casa
Ma per Biden tenere il punto con la follia di Benjamin “Bibi” Netanyahu avrebbe avuto il significato uscire della Storia, per come questa è segnata, a vita, da una prudenza spesso simile alla viltà e da un realistico senso del mondo, che è solo follia. Per il parroco Bergoglio la partita si sarebbe potuta giocare su ben altro paesaggio, se questa visione ci fosse ancora, nella mente e nel cuore del Pontefice.
Perchè il barcollante uomo della Pennsylvania deve tenere a mente le mille vie, gli snodi e le conseguenze di una geopolitica che è un labirinto non mento cupo e intricato di quello tracciato sotto Gaza da Hamas ma per Bergoglio tutto sarebbe stato di una semplicità assoluta e disarmante. Lasciare la sua dannata comfort zone, fosse la dimora di Santa Marta o qualche altro inutile crogiuolo di preghiere per la pace nel mondo, e andare a Gaza. Andare lì e dimorare nella piccola chiesa della comunità, con la fatica e le infermità dei suoi anni, quale che fosse stato il prezzo, anche la vita.
Ecco, di qualcosa bisogna pur morire. Ma è una Grazia poterlo scegliere e attribuire agli ultimi giorni un significato di salvezza. Non era forse questo, il Cristianesimo, un tempo. Si può morire per la sola ragione di essere un vicino odiato, come accaduto agli israeliani senza difesa, colpiti e offesi oscenamente. Si può morire per la sola ragione di essere a Gaza. Due follie, ma la seconda non cancella la prima. E non cura il dolore. Francesco sa tutto, anche i propri limiti. Ma ci sono momenti in cui i limiti della nostra finitezza, il nostro minimo vivere, la sconsolatezza dell’esistere deve essere superata. E gli innocenti di Gaza lo meritavano. E il Cristianesimo, quello autentico, anche.