Gli ostaggi gridano contro Netanyahu

Ostaggi, abbandonati al loro destino, considerano Netanyahu la reale causa delle loro sofferenze. Il leader risponde: “Propaganda”.

Netanyahu si vanta delle conquiste militari, esponendo i suoi piani futuri per Gaza. Nel frattempo centinaia di ostaggi attendono di riunirsi con i propri cari. Una priorità che è scesa in secondo piano, di fronte alla possibilità di estendere il territorio e divenire “responsabili della sicurezza” sulla Striscia.

Tutti contro Netanyahu
Gli israeliani non hanno più fiducia nel capo di stato – foto: ansa – rationalinternational.net

E mentre il leader israeliano concentra la sua attenzione sull’invasione di Gaza City e l’uccisione di Sinwar, gli ostaggi cominciano a percepire il primo ministro come il vero nemico della nazione.

Tutti contro Netanyahu

La Jihad islamica si è palesata in seguito all’occupazione di Gaza City, mostrando un video nel quale viene comunicato l’imminente rilascio di due ostaggi israeliani. Si tratta di Hanna Katzir e Yagil Yaacov, entrambi trattenuti dai terroristi di Hamas in seguito all’attentato del 7 ottobre. Entrambi confermano la decisione dei rapitori di condurli nuovamente a casa, una scelta nata dalla presa di coscienza delle loro precarie condizioni di salute. La 77enne infatti si trova sulla sedia a rotelle, mentre il 13enne è affetto da una grave allergia agli arachidi, potenzialmente letale. La ripresa, diffusa dai media internazionali, non è apparsa presso nessun sito israeliano, in quanto considerato un mero tentativo di “propaganda”.

Due ostaggi israeliani verranno presto liberati
Due ostaggi israeliani verranno presto liberati, Netanyahu considerato la causa delle loro sofferenze – foto: ansa – rationalinternational.net

Hanna e Yagil infatti, oltre ad annunciare l’epocale ritorno nella propria terra d’origine, hanno colto l’occasione per attaccare Benjamin Netanyahu. Non è la prima volta che Hamas condivide immagini video nelle quali gli ostaggi si ribellano al leader israeliano. La sensazione, condivisa da molti di loro, si riassume in un totale abbandono da parte dell’uomo che invece avrebbe dovuto considerare la loro vita la priorità assoluta. “Ieri c’è stata una conferenza stampa e doveva esserci un cessate il fuoco” – le dichiarazioni disperate di tre donne, ostaggi dei terroristi – “Noi siamo ancora qui sotto le bombe”.

La strategia militare studiata dal Capo di Stato ha raso al suolo la Striscia di Gaza, un’operazione responsabile del massacro di oltre 10.000 civili, con il ragionevole rischio di coinvolgere gli stessi ostaggi israeliani. Il conflitto, scoppiato in seguito all’attentato dello scorso 7 ottobre, avrebbe dovuto avere come obbiettivo principale il rilascio delle vittime di Hamas. Un principio che ad oggi si è esteso, contemplando un evidente desiderio di occupazione del territorio.

 

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