Quasi 6 milioni i residenti oltre confine. Circa la metà proviene dal Sud. In Argentina e Germania le comunità più numerose. A scattare la fotografia è il rapporto Italiani nel Mondo 2023, della Fondazione Migrantes. I connazionali oltre confine sono in crescita del 90% rispetto al 2006. Sono sempre più giovani: il 44% degli espatriati nel 2022 ha tra i 18 e i 34 anni
Mentre il Belpaese continua inesorabilmente a perdere residenti, con oltre 132mila persone espatriate solo lo scorso anno, c’è un’Italia all’estero che continua a crescere. Basti pensare che la presenza dei connazionali all’estero dal 2006 è aumentata del 91%. Sono quasi 6 milioni gli iscritti all’Aire (l’anagrafe degli italiani residenti all’estero), il 10% dei 58,8 milioni residenti in Italia. Quasi la metà proviene dal Sud. In Argentina e Germania le comunità più numerose. A scattare la fotografia è il rapporto Italiani nel Mondo 2023 della Fondazione Migrantes, l’organismo pastorale della Conferenza episcopale italiana.
Chi sono gli italiani all’estero
Entrando nel dettaglio, si scopre che negli ultimi 17 anni le donne sono quasi raddoppiate (+99,3%) e rappresentano il 48,2% degli italiani all’estero (oltre 2,8 milioni). Oltre il 60% degli iscritti è celibe, nubile o divorziato. Il 46,5% dei residenti all’estero è di origine meridionale (il 16% delle Isole), il 38% proviene dal Nord e 16% dal Centro. La Sicilia è la regione d’origine della comunità più numerosa (oltre 815mila). Seguono la Lombardia (quasi 611mila), la Campania (548mila), il Veneto (526mila) e il Lazio (quasi 502mila).
Le comunità più numerose si trovano in Argentina (oltre 921mila iscritti, il 15,5% del totale), in Germania (oltre 822mila, il 13,9%) e in Svizzera (oltre 639mila, il 10,8%). Seguono Brasile, Francia, Regno Unito e Stati Uniti d’America. Nelle prime dieci posizioni si registrano ben tre continenti, Sud e Nord America, Europa e Oceania.
Dal 2006 i minori sono aumentati di oltre il 78%, gli over 65 anni del 110% e i nati all’estero del 175%. Le acquisizioni di cittadinanza registrano una crescita del 144%, le partenze del 44,9%, i trasferimenti da altra Aire del 70%.
In aumento le partenze dei giovani tra i 18 e i 34 anni
Gli italiani “sembrano sempre più mossi dalla necessità e non dalla libertà di scegliere cosa fare, se partire o restare”, si legge nel report. Si espatria per lasciarsi alle spalle situazioni di fragilità economica, “per desiderio di rivalsa e di crescita”. Per questo gli italiani che risiedono all’estero sono sempre più giovani: il 23,2% (oltre 1,3 milioni) ha tra i 35 e i 49 anni mentre il 21,7% (più di 1,2 milioni) ha tra i 18 e i 34 anni, una fascia di età che lo scorso anno ha rappresentato il 44% delle partenze totali, in crescita di due punti percentuali.
Effetto pandemia: espatri in calo, crescono gli “indecisi”
Un dato in controtendenza rispetto all’andamento generale degli espatri e delle iscrizioni all’Aire, che invece registrano un lieve calo (circa 1.700 in meno, pari a un calo del 2,1%). Un aspetto che “spinge a pensare che, probabilmente, ci ritroviamo in una nuova fase della mobilità italiana. È come se l’epidemia di Covid avesse reso i migranti italiani che partono oggi meno spavaldi, meno propensi al rischio, ma con maggiore senso di responsabilità e una più intensa inquietudine rispetto ad una scelta di vita che potrebbe essere definitiva”, spiega la Fondazione Migrantes.
Il risultato è che “aumentano gli indecisi, coloro che sono in una sorta di limbo tra il qui e il là, quelli che sono andati all’estero e vi lavorano anche, ma che continuano a tenere fermo un piede anche in Italia non ottemperando all’obbligo di iscrizione all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero”, si legge nel rapporto, che parla di “moderni clandestini, quelli che non rispondono al diritto-dovere di spostare la residenza dall’Italia all’estero, quelli che vivono tra due realtà prendendo da ciascuna quello che possono, di volta in volta giustificati dal fatto che siano stati scarsamente considerati e valorizzati e che l’Italia non abbia avuto cura di loro evitando che andassero a vivere lontano”.
Due su tre scelgono l’Europa
Oltre due italiani su tre nel 2022 hanno lasciato l’Italia per un altro Paese europeo. Il 17% invece ha scelto il continente americano (il 10,5% l’America Latina). In totale l’Europa accoglie oltre 3,2 milioni di connazionali (il 54,7%), seguito dall’America con più di 2,3 milioni (40,1%). Oggi le comunità italiane più numerose si trovano in Argentina (oltre 921mila iscritti, pari al 15,5% del totale), in Germania (822mila, il 13,9%) e in Svizzera (639 mila, il 10,8%). Seguono Brasile, Francia, Regno Unito e Stati Uniti d’America.
Nel 2023 in ripresa gli espatri fra i pensionati
Se la pandemia aveva azzerato la “mobilità previdenziale”, quella cioè degli italiani e delle italiane ultra 65enni, nell’ultimo anno il rapporto registra una ripresa delle partenze. Nel 2023 le iscrizioni all’Aire per la sola motivazione espatrio sono state 4.300 in totale, in crescita rispetto al 2022 di quasi il 18% tra chi ha un’età compresa tra i 65 e i 74 anni e del +5,1% nella fascia 75-84 anni. Si tratta peraltro di dati sottostimati dal momento che non sempre chi si trasferisce all’estero, soprattutto in Europa, procede al cambio di residenza.
Diverse le motivazione che spingono i pensionati a lasciare l’Italia, spiega il rapporto. La ragione prevalente è il desiderio di raggiungere i figli e nipoti all’estero. “Il desiderio che spinge un uomo o una donna avanti nell’età, molte volte vedovo/a, a vivere un percorso migratorio oggi, mettersi in discussione e affrontare l’ignoto è, quindi, una sorta di processo di ricongiungimento familiare moderno spesso portato avanti in modo non ufficiale”, spiega il rapporto. Non manca chi è alla ricerca di Paesi con un clima mite, un costo della vita inferiore, regimi fiscali più favorevoli (come Portogallo e Tunisia) o un’assistenza medica di qualità e chi sceglie i luoghi sponsorizzati dalle agenzie come mete ideali per trascorrere la terza età.
Secondo i dati Inps i pensionati italiani all’estero superano quota 350mila (pari al 2,6% dei complessivi 17,7 milioni), sparpagliati in 165 Paesi. La maggior parte si trova in Canada, Germania, Svizzera, Australia e Francia.
Migrazioni interne: si lascia il Sud per il Nord Italia
Nel 2022 sono in ripresa anche i movimenti migratori interni, pari a 1 milione e 484mila, in aumento del 4% rispetto al 2021 e del 10% rispetto al 2020, con un lento ritorno ai livelli prepandemici. Giovani e giovani adulti, si legge nel report, “non trovando margini di partecipazione all’interno dei propri territori di appartenenza”, vanno alla ricerca di opportunità di crescita personale e professionale. Ma ancora una volta a farne le spese è il Sud d’Italia. Le regioni del Nord risultano quelle più attrattive, soprattutto Emilia-Romagna, FriuliVenezia Giulia e Lombardia.