Il conflitto russo-ucraino si trova al momento in una condizione di stallo, nel frattempo Putin allarga il proprio raggio di azione.
Gli affari esteri del leader russo Vladimir Putin non si limitano esclusivamente al conflitto russo-ucraino. Il 28 settembre scorso il presidente ha incontrato il maresciallo dell’esercito nazionale libico autoproclamato Khalifa Haftar, ex generale gheddafiano. Mosca ha raggiunto così un accordo che prevede una collaborazione difensiva contro le forze armate di Tripoli ed un piano di addestramento per soldati e piloti. In cambio, Putin ha chiesto la possibilità di stabilire una base navale sulla costa libica, probabilmente a Tobruk. Località che si trova a poche centinaia di chilometri dall’Italia e dalla Grecia.
“Se la Russia riuscisse ad avere dei porti lì” – spiega l’ex inviato statunitense Jonathan Winer – “ciò le darebbe la possibilità di spiare l’intera Unione Europea”. Inoltre, ben più importante, laddove il conflitto dovesse estendersi in Occidente, una base navale sulla costa libica consentirebbe alle forze armate nemiche di godere di un passaggio diretto sulle coste europee. L’accordo siglato lo scorso 28 settembre, oltre a rappresentare un problema per la gestione della sicurezza nell’UE, contribuisce ad alimentare le tensioni tra le due divisioni libiche.
Putin estende il proprio raggio di azione
Esistono due amministrazioni libiche vigenti sul territorio: quella occidentale di Tripoli, sostenuta quindi dall’Onu, e quella orientale di Bengasi, guidata da Haftar. Un’alleanza stabile e concreta con Vladimir Putin dunque potrebbe alimentare inevitabilmente le tensioni da ambe le parti. Non è la prima volta infatti che la Russia tenta di siglare un accordo con le amministrazioni libiche orientali. Nel 2011, in seguito alla morte di Gheddafi, la nazione perse quattro miliardi di dollari, oltre che la possibilità di stabilire una base navale sulla costa.
Per oltre un decennio l’Occidente perseverò nella convinzione che Putin rifornisse l’esercito di Haftar, in modo da aiutarlo a contrastare la fazione nemica – sostenuta invece dalla Turchia. Al momento Mosca possiede una base navale nel Mediterraneo in Siria e, in seguito al recente accordo con il Sudan, si prepara a stabilirne una seconda sul Mar Rosso. Un’ulteriore base il Libia contemplerebbe un’estensione notevole del suo raggio d’azione, il quale comprende al momento la Penisola Arabica, il Canale di Suez e l’Oceano Indiano. Dietro ogni conflitto, si nasconde l’ombra della guerra fredda che da decenni vede contrapposti Russia ed Occidente.