I tunnel di Gaza faranno la differenza

Non solo razzi, cunicoli e droni, a fare la differenza nella guerra contro Hamas sono i tunnel di Gaza

La guerra nella Striscia di Gaza continua e nessuno si risparmia. i bombardamenti israeliani hanno praticamente raso al suolo la parte nord della città, ma non tutto è scontato.

I tunnel di Gaza fanno la differenza
I tunnel scavati nella città di Gaza potrebbero fare la differenza nella guerra (Ansa) – Rationalinternational.net

Sebbene ci sia ben poco da dire sulle differenza – abissali – tra le due forze in campo, per l’esercito di Tel Aviv non tutto è davvero così semplice. La città è praticamente circondata e i carri armati e la fanteria hanno fatto il loro ingresso, ma la vera difficoltà per Israele sono i tunnel di Gaza.

Gli uomini che amano la morte

Sottoterra, al nord della Striscia di Gaza, si sta combattendo una guerra che nessuno riesce a vedere o sentire. In realtà è proprio nei cunicoli sotterranei della città di Gaza che gran parte delle forze israeliane sono concentrate nelle operazioni antiterrorismo. All’interno della “Metropolitana di Gaza” – chilometri di tunnel e bunker scavati negli anni – sono nascosti la maggior parte dei miliziani di Hamas, tra cui moltissimi di quelli che hanno attaccato i kibbutz israeliani il 7 ottobre.

I tunnel di Gaza fanno la differenza
Si combatte anche sotto terra (Ansa) – Rationalinternational.net

Labirinti e tunnel che percorrono strade sotterrane parallele alle case e alle scuole. I militari israeliani inseguono i miliziani sfuggiti ai combattimenti in superficie e, una volta individuati i tunnel, avvisano le forze aeree e gli artificieri che, con le loro armi e bombe, stanano il nemico. Non si conosce il numero di morti che attualmente si trova nelle parti sotterranee di Gaza, di certo si può fare una stima di quelli che sono morti in superficie, circa 10 mila ad oggi. Il nemico “armato”, dunque, si trova sottoterra, ma è piuttosto difficile da combattere. I miliziani di Hamas non hanno paura di morire, anzi, si reputano martini e perdere la vita in battaglia per loro è una fine gloriosa e ricercata.

Un problema non da poco per un Paese come Israele in cui ogni bara e ogni caduto, anche tra le fila dell’esercito, rientra in ciò con cui il governo in carica dovrà fare i conti. Ma intanto i combattimenti continuano e i raid aerei non si fermano dopo l’appello del presidente Usa, Joe Bidedn. A nulla è valsa la richiesta per un cessate il fuoco di tre giorni avanzata dal presidente degli Stati Uniti. Israele è convinta a voler continuare e il sangue continua a scorrere su Gaza, sia in superficie che sottoterra.

Gestione cookie