10 morti a Gaza per ogni israeliano ucciso

Israele osserva un minuto di silenzio per celebrare la giornata di lutto nazionale: è passato un mese dall’attacco terroristico del 7 ottobre.

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si interroga sul destino di Gaza. Il conflitto israelopalestinese non può che contemplare un unico tragico finale. E mentre Ursula Von Der Leyen sostiene che l’Ue debba giocare il ruolo di mediatore tra le parti – costruendo in questo modo un futuro pacifico e sereno per i cittadini – Netanyahu condivide pubblicamente i suoi progetti.

Israele, lutto nazionale per le vittime dell'attentato
Israele osserva un minuto di silenzio, per le 1400 vittime dell’attentato del 7 ottobre scorso – foto: ansa – rationalinternational.net

“Dopo la guerra” – afferma il primo ministro israeliano – “assumeremo la responsabilità generale della sicurezza di Gaza”. Un piano che contempla quindi una strategia di occupazione, non troppo velata, del territorio palestinese.

Israele in lutto, mentre a Gaza i civili muoiono

Alle 11.00 la popolazione israeliana osserverà un minuto di silenzio per le 1400 vittime dell’attentato del 7 ottobre 2023. Le autorità locali ammaineranno le bandiere a mezz’asta, mentre scuole e istituzioni terranno delle commemorazioni per onorare i morti e gli ostaggi dei terroristi di Hamas. I cittadini scenderanno in piazza per accendere una candela, un’occasione per manifestare rispetto e considerazione nei confronti dei soldati caduti in battaglia e dei civili travolti dalla violenza. Nel frattempo, a Gaza, migliaia di persone perdono la vita ogni giorno.

Un minuto di silenzio per 1400 vittime
Israele in lutto nazionale, mentre a Gaza oltre 10mila persone muoiono – foto: ansa – rationalinternational.net

Dieci palestinesi per ogni israeliano ucciso. Oltre 10mila civili sono morti dall’inizio del conflitto, una vendetta che non ha risparmiato uomini, donne e bambini. “Combattiamo contro il nemico più brutale della Shoah” – le parole di Netanyahu – “Daremo agli abitanti di Gaza un futuro di speranza, è necessario un processo di denazificazione”. Dichiarazioni paradossali considerando le innumerevoli perdite registrate in meno di un mese. Costruire un futuro di speranza per una popolazione che non esiste più, un’operazione militare che somiglia più ad un genocidio che ad un tentativo di liberazione del territorio.

“Sta diventando il cimitero dei bimbi”afferma indignato il Segretario delle Nazioni Unite Antonio Guterres. Creature indifese che, in caso di sopravvivenza, dovranno fare i conti con il trauma della guerra, della crudeltà, della perdita e del lutto. Il mancato invio di assistenza e aiuti umanitari costringe medici ed infermieri ad operare sul pavimento, senza anestesia. E mentre Israele osserva un minuto di silenzio, Gaza viene sopraffatta dal rumore assordante delle bombe, un frastuono tanto potente da nascondere le grida disperate delle loro vittime.

 

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