Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha sospeso a tempo indeterminato Amihay Eliyahu, ministro per le Tradizioni ebraiche, a seguito di alcune sue uscite molto pesanti su Gaza.
La guerra in corso tra Israele e Palestina prosegue senza sosta. Nonostante la mediazione di diversi Paesi e di enti sovranazionali, non sembra esserci all’orizzonte la possibilità di discutere una pace o anche solo un momentaneo cessate il fuoco. La conseguenza, almeno stando soltanto nell’immediato, sono migliaia di morti in tutta la striscia di Gaza e una crisi umanitaria di enormi proporzioni. In un contesto già di per sé drammatico, nelle ultime ore hanno fatto parecchio discutere le frasi pronunciate dal ministro per le Tradizioni ebraiche Amihay Eliyahu, che ha paventato un intervento nucleare su Gaza. Dichiarazioni che non hanno, però, lasciato indifferente il Governo israeliano…
Eliyahu non è di certo nuovo a uscite che si potrebbero definire quanto meno discutibili. In passato si era opposto all’invio di aiuti umanitari a Gaza. “Non daremmo ai nazisti aiuti umanitari… a Gaza non esistono civili non coinvolti”, aveva detto il ministro a Radio Kol Berama. Nei giorni scorsi ha rincarato di nuovo la dose. Ha infatti spiegato come un attacco nucleare su Gaza possa essere un’opzione. Una presa di posizione che ha sollevato indignazione e fatto parecchio discutere. Poche ore dopo è arrivata la risposta di Benjamin Netanyahu, primo ministro israeliano.
“Le dichiarazioni del ministro Amihai Eliyahu non sono basate sulla realtà. Israele e l’IDF operano in conformità con i più alti standard del diritto internazionale per evitare di danneggiare gli innocenti. Continueremo a farlo fino alla nostra vittoria“, ha scritto il primo ministro israeliano sul profilo X ufficiale. Anche il leader dell’opposizione Yair Lapid ha condannato Eliyahu. Il passo successivo è stato poi quello di sospendere il ministro a tempo indeterminato.
Eliyahu non ha preso particolarmente bene la sospensione e ha spiegato come le sue parole siano state strumentalizzate e fossero soltanto una metafora. “È chiaro a chiunque abbia un cervello pensa che l’osservazione sull’atomo era metaforica – ha sottolineato – Dobbiamo davvero mostrare una risposta forte e sproporzionata al terrore che chiarirà ai nazisti e ai loro sostenitori che il terrorismo non vale la pena. Questa è l’unica formula con cui le democrazie possono affrontare il terrore. Allo stesso tempo, è chiaro che lo Stato di Israele è obbligato a fare tutto il possibile per restituire i prigionieri vivi e in buona salute“. Parole che non hanno, però, convinto il primo ministro, che al momento ha confermato la sospensione.
Allo stesso tempo, è bene sottolineare come Eliyahu non non faccia parte del gabinetto di guerra né abbia voce in capitolo nel processo decisionale in tempo di guerra. È semplicemente un rappresentante del partito di estrema destra di Itamar Ben Gvir ed è il nipote di Mordechai Eliyahu, l’ex rabbino capo sefardita di Israele. Eliyahu, che dirige l’Organizzazione dei rabbini della comunità, un gruppo rabbinico, ha prestato servizio nella Brigata dei paracadutisti durante il suo servizio nell’IDF.
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