Tra pensione di vecchiaia ordinaria e forme anticipate, qual è l’età fissata nel biennio 2024/2026: tutte le novità al riguardo.
Come noto, fino al 2023, l’età pensionabile è stata fissata a 67 anni con almeno 20 anni di contributi. Tra le tante variabili, troviamo la pensione anticipata ordinaria, ossia quella che prescinde dall’età anagrafica: 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e a 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne. Per quanto questo possa sembrare una condizione statica, è provvista di continui mutamenti a causa della famosa Legge Fornero che prevede un adeguamento dell’età pensionabile in base all’aspettativa di vita. In base al principio, se si vive di più, aumenta anche l’età per andare in pensione.
Le ultime notizie ci informano che il recente decreto ministeriale prevede (per la terza volta), il blocco dell’aumento della speranza di vita (che doveva attuarsi nel 2025), fermando così l’aumento dell’età pensionabile. In effetti, a causa della pandemia di Covid 19, la prospettiva di vita non solo non è aumentata, ma addirittura diminuita.
Come andare in pensione nel biennio 2024/2024: le condizioni
Per Legge, può aumentare l’età pensionabile, ma non può diminuire: ad oggi rimane dunque di 67 anni, sia per gli uomini che per le donne. Rimangono anche le alternative per accedervi in maniera alternativa. Per quanto riguarda la pensione anticipata contributiva l’età resta a di 64 anni se con importo superiore a 2,8 volte l’assegno sociale, e a 71 anni negli altri casi. Tuttavia, esistono ulteriori eccezioni.
Se nulla subirà variazioni, per tutto il 2024, sarà prorogata l’ape sociale. Con questa misura sarà dunque possibile andare in pensione prima dei 63 anni. Ovviamente, per accedervi, bisognerà essere in possesso di determinati requisiti:
- disoccupati involontari che hanno raggiunto 63 anni di età e maturato almeno 36 anni di contributi, a patto che hanno finito da almeno tre mesi i sostegni di disoccupazione;
- invalidi e disabili con un’invalidità pari o superiore al 74%, con età pari o superiore ai 63 anni e con almeno 36 anni di contributi. Questo vale anche per coloro che assistono da almeno 6 mesi dalla richiesta di ape, invalidi e disabili con certificazione di invalidità superiore al 74%;
- lavoratori usuranti con più di 63 anni di età e 36 anni di contributi.
Prorogata anche l’opzione donna, destinata alle lavoratrici che raggiungono 61 anni di età e che maturano 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2023. Se si ha un figlio, con opzione donna si potrà andare a 60 anni, mentre a 59 con due o più figli. Infine, con quota 104, i lavoratori dipendenti, pubblici e privati e lavoratori autonomi potranno accedere alla pensione anticipata a 63 anni di età e con 41 anni di contributi.
Quest’ultima opzione però, vede una penalizzazione: si versano quatto anni di contributi in meno, che possono incidere sulla pensione finale. D’altro canto, chi resta al lavoro anche avendo maturato quota 104 potrebbe ricevere in busta paga i contributi previdenziali.